Non siamo noi a proteggere Kyiv, è Kyiv che sta proteggendo tutti noi. L’esercito ucraino dinanzi alla minaccia russa svolge un ruolo simile a quello svolto da Israele contro la minaccia della teocrazia islamista
I pacifisti di tutto il mondo, specie quelli italiani, di fronte alla minaccia trumpiana di fare putinianamente un passo in avanti per disarmare Kyiv, si trovano oggi di fronte a una domanda importante a cui dover rispondere. La domanda è semplice e brutale e suona grosso modo così: abbiamo sostenuto per anni che per fermare la guerra fosse necessario smettere di armare Kyiv. Ma ora che l’America sta facendo quello che sogniamo da tempo siamo sicuri che indebolire l’Ucraina significhi necessariamente rafforzare la pace in Europa? I pacifisti di tutto il mondo, specie quelli italiani, di fronte alla minaccia trumpiana di fare putinianamente un passo in avanti per disarmare Kyiv non possono non ragionare su un fatto difficilmente contestabile, dinanzi al quale dovrebbe essere evidente che l’unica forma di difesa della pace in Europa non è assecondare le richieste di Putin, entusiasta per l’annuncio trumpiano di disimpegno in Ucraina via Patriot, ma è assecondare le richieste di chi Putin lo sta combattendo anche per noi. E quel fatto è presto detto. La Russia di Putin, già oggi, spende quattro volte di più di quello che l’Europa ha promesso di spendere nei prossimi anni per proteggersi dalla minaccia putiniana. E indebolire Kyiv non significa dare una carezza a Putin, ma costringere i paesi europei – finora protetti dall’Ucraina – a esporsi ancora di più alla minaccia russa.
Quello che i pacifisti di tutto il mondo fingono di non capire è che la famosa e astratta difesa europea di cui tanto si parla quando si ragiona sulla sicurezza del nostro continente esiste già e coincide precisamente con un esercito che da anni difendendo il proprio paese difende anche i nostri. L’esercito ucraino, oggi, rappresenta in modo cristallino tutto ciò che dovrebbe essere la difesa europea, e non sbaglia chi sostiene che l’esercito ucraino dinanzi alla minaccia strategica russa svolga un ruolo simile a quello svolto in medio oriente da Israele, contro la minaccia della teocrazia islamista, e per questo le leadership europee che cercano delle vie alternative per riempire il vuoto forse incolmabile lasciato dagli Stati Uniti meritano di essere elogiate.
Meritano di essere elogiati i paesi così detti volenterosi che hanno promesso di essere disposti a fare di tutto, anche a mettere gli scarponi dell’esercito nazionale sul suolo ucraino, per difendere i confini dell’Ucraina. Meritano di essere elogiati i paesi, pragmatici più che volenterosi, che hanno promesso di aumentare le spese militari in Europa, ed è curioso che l’unico disarmo a cui siano interessati i pacifisti europei sia quello europeo e non quello russo. Meritano di essere elogiati, infine, i paesi come la Germania, che credono alla difesa dell’Ucraina al punto, come ha detto giovedì sera il cancelliere Merz, da voler valutare l’acquisto dei Patriot che gli americani non vogliono più dare all’Ucraina per inviarli a Kyiv. Bernard-Henri Lévy pochi giorni fa ha offerto un suggerimento prezioso per provare a chiamare le cose con il loro nome quando si parla di Ucraina. La tesi è tanto suggestiva quanto centrata. Non siamo noi a proteggere l’Ucraina, è l’Ucraina che sta proteggendo tutti noi.
Non è l’Ucraina che dovrebbe elemosinare aiuti, dovrebbero essere i paesi europei a fare a gara a dare un sostegno maggiore al suo esercito. Il pacifista collettivo, oggi, dinanzi al drammatico disimpegno americano, non dovrebbe chiedersi solo perché sta combattendo contro il riarmo europeo e non contro quello russo. Dovrebbe provare a rispondere a una domanda semplice: se l’obiettivo del futuro è avere una pace duratura, disarmare l’Ucraina è un modo per proteggere l’Europa o per mettere l’Europa nelle mani dei veri signori della guerra? Tema di fondo: non è l’occidente che difende Kyiv, ma è l’Ucraina che difende il principio stesso di libertà in Europa. La difesa europea, in fondo, è qui di fronte a noi. Basta scegliere da che parte stare. Basta scegliere se stare o no dalla parte degli utili idioti dei veri signori della guerra.