Il presidente americano ci riprova: chiama il capo del Cremlino, propone il cessate al fuoco e si ritrova a parlare di cinema
Donald Trump aveva annunciato la sua telefonata con Vladimir Putin una settimana fa, dal palco della conferenza stampa di chiusura del vertice Nato dell’Aia. Ieri i due presidenti hanno parlato per circa un’ora: era la quinta volta che conversavano da quando Trump è tornato alla Casa Bianca. L’ultima chiamata era stata a metà giugno, quando Vladimir Putin offrì a Trump il suo aiuto per mediare con la Repubblica islamica dell’Iran, capendo che esiste un modo molto efficace per distrarre il presidente americano e consiste nel parlare dei vari scenari di guerra che non siano l’Ucraina e mostrare le cooperazioni possibili tra Stati Uniti e Russia.
Spesso, dopo le telefonate fra i due, si potrebbe prendere il comunicato di quella precedente, espungere i fronzoli, le cortesie, concentrandosi solo sulla parte dedicata a Kyiv. Facendo questo esercizio si nota che nei cinque mesi di presidenza, Trump non è riuscito a ottenere nessun impegno da parte di Vladimir Putin. Anzi, il capo del Cremlino è molto schietto quando dice che non si fermerà fino a quando le cause che per lui sono all’origine della guerra non saranno eliminate. Putin lo ha ripetuto anche ieri, quando Trump gli ha detto che è necessario far finire il conflitto il prima possibile. Il capo del Cremlino ha risposto di essere d’accordo con Trump, ma il suo “prima possibile” non è sinonimo di “adesso”. Putin ha sempre l’argomento di scorta per accontentare il presidente americano e dopo avergli detto che non intende fermarsi fino a quando la situazione non sarà come lui pretende che sia (riconoscimento internazionale dei territori occupati, quindi l’intera Crimea e parte delle regioni di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson; esercito ucraino disarmato; chiusura definitiva a ogni aspirazione di Kyiv dentro all’Alleanza atlantica), ha promesso a Trump che la Russia sostiene il processo negoziale e appoggia un terzo round di colloqui a Istanbul tra la delegazione ucraina e quella russa. Poi sono iniziate le distrazioni e i due hanno discusso di Iran, di Siria, Trump ha parlato del suo “big beautiful bill”, e infine hanno proposto di scambiare tra i due paesi delle produzioni cinematografiche che promuovano i valori tradizionali condivisi dalla Russia e dall’Amministrazione americana. C’è sempre qualche dettaglio in più che i russi amano comunicare nel rendere conto delle telefonate, gli americani spesso non ne fanno cenno, ma non smentiscono. Durante la prima telefonata che si tenne fra i due leader a febbraio, Putin e Trump parlarono di hockey e di come creare la possibilità di scambi tra le squadre russe e quelle americane. Ieri è stato il cinema la nota di colore che però denota quanto sia semplice per Vladimir Putin distrarre Trump, continuare a chiudere la porta alla sua proposta di cessate il fuoco, bocciare le sue idee per far finire la guerra, e poi proporre nuovi colloqui inconcludenti con Kyiv dai quali gli americani sono esclusi per volere di Mosca.
La telefonata di ieri si è svolta dopo che il Pentagono ha confermato la sospensione di forniture di armi all’Ucraina e nel taglio sono inclusi anche i sistemi di difesa, indispensabili per proteggere le città dagli attacchi russi. La decisione è positiva per Mosca e mortale per Kyiv, ma l’argomento non è stato toccato durante la conversazione. Fuori dalla telefonata è rimasto anche l’incontro tra i due presidenti per il quale Trump si è reso disponibile da mesi, mentre Putin continua a rimandare: “L’incontro è nell’aria”, hanno detto ieri i collaboratori di Putin. E’ stato Yuri Ushakov, il consigliere per la politica estera del Cremlino, il primo a riferire del contenuto della telefonata e ci ha tenuto a dire che fosse impossibile stabilire chi dei due presidenti avesse riattaccato per primo, alludendo a una conversazione “franca, pragmatica”: “Sicuramente sono stati i traduttori gli ultimi a riattaccare”. Ogni chiamata per Trump finisce nel nulla, per Putin invece è un esercizio. Prima di andare al telefono con il presidente americano, il russo era al forum “Idee forti per un tempo nuovo”, ha definito la conversazione “un evento di protocollo” e ha chiesto alla platea di cosa volesse parlare con Trump. E’ un gioco, tanto ha le idee chiare: continuare la guerra, logorare l’Ucraina. E il capo della Casa Bianca, con la sua diplomazia a vuoto, non lo ostacola.