One Big Beautiful Bill. Passa la legge di bilancio voluta da Trump, tra tagli alle tasse e alla sanità

Il piano prevede una grossa riduzione delle tasse, insieme alla possibilità di dedurre le mance e all’aumento del credito d’imposta per i figli a carico. Tutto questo è finanziato con un aumento del deficit e da tagli ai sussidi per le energie rinnovabili e al welfare

Donald Trump ha ottenuto il passaggio alle Camere della sua legge di bilancio, il cosiddetto Big Beautiful Bill. Dopo il voto favorevole del Senato la legge è tornata in seconda lettura alla Camera: lo Speaker Mike Johnson, nonostante alcuni repubblicani avessero chiesto tempo per negoziare cambiamenti, ha portato avanti il testo passato al Senato senza modifiche, riuscendo a convincere tutti i repubblicani, a eccezione di due deputati, a votarlo. A nulla è servito il lunghissimo discorso del leader della minoranza, Hakeem Jeffries, che ha parlato di fronte ai deputati per oltre sette ore nel tentativo di convincerli a non votare la legge.

Nei mesi precedenti, durante i quali si è formata una legge che contiene quasi mille pagine di provvedimenti, si sono costituite due diverse opposizioni all’interno del Partito repubblicano. La prima, quella dei “responsabili del fisco”, comprendeva deputati e senatori contrari ad aumentare il deficit per finanziare nuovi progetti, anche perché il debito pubblico americano è notevolmente incrementato negli ultimi vent’anni. La seconda, invece, era costituita dai deputati moderati eletti in collegi a rischio: queste persone non vedevano di buon occhio i tagli ai piani di sanità pubblica contenuti nel testo, anche perché i cittadini del loro collegio ne fanno utilizzo. Il deputato David Valadao, che per la gran parte degli scorsi mesi si è dichiarato contrario a qualsiasi taglio alla sanità, ma che alla fine ha votato a favore, rappresenta un distretto in cui il 62 per cento dei cittadini fa utilizzo di Medicaid, il piano di sanità pubblica per cittadini a basso reddito. Come analizzato su The Bulwark, molti deputati del Partito si sono accorti che il passaggio della legge avrebbe generato loro problemi politici, ma alla fine si sono piegati alla volontà del presidente, che nella lunga notte del voto finale li ha chiamati uno a uno per assicurarsi la loro fedeltà.

Per quanto riguarda il piano, siamo di fronte a una grossa riduzione delle tasse, insieme alla possibilità di dedurre le mance (che fa fede alla proposta di Trump in campagna elettorale di non tassarle) e all’aumento del child tax credit, il credito d’imposta per i figli a carico. Tutto questo è finanziato con un aumento del deficit, che, secondo i dati del Congressional Budget Office, salirà di 3 triliardi nel decennio 2025-2034, e da tagli ai sussidi per le energie rinnovabili e al welfare. Per quanto riguarda le rinnovabili, che Trump in campagna elettorale ha definito “una truffa”, verrà eliminato il credito d’imposta per la costruzione di nuovi impianti. Secondo Canary Media, questo porterebbe nel decennio 2025-2035 al 57% in meno di nuovi impianti in costruzione. In un discorso tenuto poco prima di lasciare permanentemente la Casa Bianca, l’ex presidente Biden aveva rimarcato che i cambiamenti nell’energia americana attivati dal cosiddetto Green New Deal sarebbero stati talmente convenienti a livello economico che non sarebbero stati cancellati da amministrazioni successive; nonostante molti di questi piani riguardino Stati controllati da governatori repubblicani, già alla sua prima legge di bilancio Trump ha posto un freno a questo tipo di investimenti.

I tagli più ingenti, e anche i meno apprezzati dalla popolazione, sono invece quelli che riguardano il welfare, principalmente i programmi di assistenza per l’acquisto di beni di prima necessità, e la sanità pubblica. Nonostante Trump abbia più volte ribadito che non intendeva tagliare Medicaid, i dati evidenziano che ci sarà una riduzione di un triliardo nella sanità, e, secondo il New York Times, 12 milioni di americani potrebbero perdere la loro assicurazione sanitaria. Secondo l’economista Paul Krugman, ci troviamo di fronte a un passo indietro rispetto ai progressi fatti negli anni riguardo all’ampliamento delle coperture, a partire dalla riforma Obama.

È interessante notare, poi, che se nel 2017 i repubblicani volevano abolire l’ObamaCare, rendendolo un punto centrale della loro campagna elettorale, dopo che non ci sono riusciti hanno smesso di renderlo un tema prioritario. Di fatto, oggi questi tagli passano senza che siano propagandati come tali dalla presidenza e sono proprio i democratici, all’opposizione, che cercano di parlare della legge di bilancio come di un grande favore ai ricchi a fronte di ingenti tagli ai poveri, nella speranza di galvanizzare l’elettorato in vista delle elezioni di midterm, previste per novembre 2026. La Casa Bianca sa, infatti, che questo è un tema su cui non ha l’appoggio della maggioranza dei cittadini: secondo un sondaggio della rete conservatrice Fox News, infatti, la metà dei votanti ritiene che il piano sarà deleterio per le loro famiglie, e il 20 per cento di loro si identifica come repubblicano. Numeri che però non hanno dissuaso l’Amministrazione, convinta che i tagli alle tasse basteranno a convincere i cittadini.

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