I Millennial hanno inventato il bullismo generazionale, e ora lo subiscono

Quelli dell’“ok boomer” e del disprezzo generazionale, si ritrovano oggi dall’altra parte della barricata. Derisi dai ventenni, fuori moda e ormai “cringe”, scoprono che il tempo presenta sempre il conto

Finalmente è arrivato il giorno, le bastiglie cadono sempre tutte. E’ il turno dei Millennial di arrivare dalla parte degli impresentabili. Lo dicono ormai molti giornali e sono proprio contenta. “Cringe! Come i millennial sono diventati fuori moda”, titola il Guardian. Non si resta impuniti per sempre e infatti eccovi: siete cresciuti, allora. Ci avete raggiunto. Siete vecchi, siete i boomer di questo turno. Scartati, improponibili, commercialmente morti (su Instagram). Chissà chi vi credevate di essere, che pensavate di fare quando eravate belli e arrembanti, nel 2009, e avete inventato la malaparola usata per liquidare con sprezzo chi stava dietro: ok boomer. Maledetto il giorno. Vi era venuta questa brillante idea della derisione perenne online, della definizione generazionale rigida, a sezioni. Non bastava la vecchia divisione, quella tra vecchi, semi-vecchi e giovani, no. Egotisti semantici, c’eravate solo voi, poco più che ventenni e padroni dell’universo, e dall’altra parte i nemici, quelli sopra i 26 anni, che erano latte scaduto e buoni sono per il circo e più avanti il camposanto.



La barzelletta social dell’ok boomer divenne regola con un evento simbolico: era il 6 novembre 2019, Chlöe Swarbrick, giovane deputata neozelandese, rispose “Ok boomer” a un collega durante un discorso sul clima. Il gesto venne riportato negli atti parlamentari. Il guaio era fatto, cominciava il rituale di disprezzo, lo sberleffo, la condanna istantanea, nessuno sentiva nessuno che avesse compiuto i quarant’anni. Erano tutti fessi, gli altri, i dritti eravate voi. I Millennial, quelli del Millennio nuovo. Quando il millennio nuovo pareva un affare, poi s’è visto che bell’affare. La condanna generalista divenne il nuovo codice. Vi garbavano troppo le etichette, e avete continuato. Avete voluto le generazioni numerate, boomer, X, zeta, ipsilon, cariatidi, alieni. Avete voluto i nomi, le definizioni, una sola linea tra chi capisce il mondo e chi no.



Solo che non si trattava più della rivolta contro i mungitori dello stato sociale, i genitori del boom economico, quelli coi concorsi facili, le pensioni d’oro e le case comprate con la facilità del gelato sul cono (secondo la leggenda). Il boomerismo – non ve ne siete accorti, mentre distillavate i vostri veleni – era un’attitudine, non un’età precisa. Bastava avere un pensiero lineare, una logica cautela a giudicare le cose del mondo con troppo moralismo, un’opinione formata e addio. Chiunque osasse parlare con un minimo di struttura oppositiva diventava boomer. Avevate trovato il modo per zittire: “Ok boomer, saluti, levati davanti”. Ok boomer fu promossa – non si sa come, da chi – a risposta irritantissima e decisiva. E venivano dietro tutti, e nemmeno vi si poteva rispondere. Perché a quei tempi eravate, appunto, giovani. E i giovani sarcastici coi vecchi sono bruttini, ma i vecchi sarcastici coi giovani sono terrificanti.


Chi ha diffuso ok boomer con entusiasmo? I Millennial, naturalmente. I figli della crisi, i laureati senza ascensore sociale, gli ironici, i sensibili, ansiosi ma elaborati. Nevrotizzati sì ma al punto giusto. E in questa raffinata costruzione identitaria – progressista, esteticamente curata, nobile – non hanno visto il guaio in cui si stavano infilando. Ogni generazione che si crede fuori dal tempo viene assorbita nel tempo, è merce comune. E i Millennial sono esattamente quel che volevano evitare: sono diventati cringe. Una parola senza appello, giudizio morale e visivo. Addio. Sono arrivati ventenni più abili, più feroci, più fluenti nel mestiere delle piattaforme. E allora ben vi sta, chi rompe paga. E ora contate i cocci, tutte le generazioni nuove hanno imparato da voi la sospettosità linguistica, la paranoia estetica, la diffidenza, i percorsi interiori, il fingersi-sconfitti-invece-siamo-fighissimi. Com’è adesso stare da questa parte? Vi piace? Vi abituerete a essere i soliti stronzi, esattamente come quelli di prima, come i boomer, come noi che per un pelo siamo nella generazione di prima, il nome non me lo ricordo, ma fa lo stesso.

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