“Il caldo arroventa il sovraffollamento nelle celle, ma la politica dorme con l’aria condizionata”. Le parole dell’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, recluso nel carcere di Rebibbia, sono state pronunciate in Aula dal senatore del Partito democratico Michele Fina. In Senato Fina ha letto ieri un passaggio del “diario di cella” di Alemanno, quello che racconta il 180esimo giorno di detenzione.
Il dem ha detto di voler leggere “le parole di un avversario politico da cui mi sento lontano” sulla condizione carceraria in quanto si è “sentito convocato dalle parole del presidente Sergio Mattarella“, che proprio due giorni fa ha chiesto alle forze politiche di occuparsi delle condizioni dei detenuti. Durante il pronunciamento di quel discorso, nel reparto G8 di Rebibbia una donna ha tentato il suicidio, e per fortuna è stata salvata. A rivelarlo è stato ancora l’ex sindaco di Roma, in un’altra lettera inviata oggi.
Per il ministro della Giustizia Carlo Nordio le carceri restano una “priorità” di questo governo: il provvedimento più forte finora approvato prevede la costruzione di nuovi istituti di pena, attività in capo al commissario straordinario per l’edilizia carceraria che “consentirà entro breve tempo un efficace ampliamento delle strutture detentive”.
I tempi “brevi” descritti dal Guardasigilli sono stati criticati da Alemanno sempre nella stessa lettera: “La politica dorme (con l’aria condizionata), aspettando che il Commissario preposto costruisca magicamente le nuove carceri che dovrebbero ospitare le 14.000 persone che sono detenute in più rispetto a quelle che per regolamento i nostri istituti penitenziari potrebbero ospitare”, dice.
E aggiunge: “L’ultima notizia è che saranno acquistate con 32 milioni di euro delle strutture prefabbricate che, una volta installate, dovrebbero ospitare 384 detenuti in più, per un costo di 83.000 euro per ogni detenuto! Considerati i mesi necessari per l’installazione, questi prefabbricati non riusciranno neanche a ospitare le nuove persone che nel frattempo saranno state portate in carcere“, scrive l’ex sindaco di Roma.
I numeri delle carceri in Italia
Antigone ha elaborato i numeri più recenti nel suo ultimo rapporto, aggiornato al 30 aprile 2025, dal titolo “Senza respiro”. I detenuti totali sono 62.445, a fronte di una capienza complessiva delle carceri italiane di 51.280 posti. Il tasso di affollamento elaborato dall’associazione è del 121,8 per cento.
Delle 189 carceri italiane quelle non sovraffollate sono ormai solo 36, si legge nel rapporto, mentre quelle con un tasso di affollamento uguale o superiore al 150 per cento sono ormai 58, quando a fine marzo 2023 erano 39. A oggi gli istituti più affollati sono Milano San Vittore (220 per cento), Foggia (212 per cento), Lucca (205 per cento), Brescia Canton Monbello (201 per cento), Varese (196 per cento), Potenza (193per cento), Lodi (191per cento), Taranto (190 per cento), Milano San Vittore femminile (189 per cento), Como (188per cento), Busto Arsizio (187 per cento), Roma Regina Coeli (187 per cento), Treviso (187 per cento). “L’edilizia non può essere la soluzione, salvo non si chieda ai cittadini un impegno fiscale straordinario”, è l’opinione che l’associazione esprime nel rapporto.
Nel testo dell’elaborato è dedicato ampio spazio alle statistiche dei reati, tutti in lieve calo nel corso del tempo. Nel periodo che va dal 2008 al 2013 “si rileva una generale diminuzione dei delitti commessi e denunciati”. Nonostante questo, il numero di ingressi è comunque cresciuto: “Nel 2024 sono entrate in carcere 43.417 persone, circa 3.000 in più degli ingressi dell’anno precedente”.
Per quanto riguarda l’età della popolazione detenuta, questa “continua ad aumentare, ma lo fa in modo irregolare”. Gli ultra quarantacinquenni, che nel 2010 erano solo il 26,1 per cento dei presenti alla fine del 2024 erano il 42,2 per cento. I giovani intorno ai venticinque anni invece nel 2010 erano il 10,4 per cento, il 5.8 per cento nel 2022, mentre alla fine del 2024 rappresentavano il 6,4 per cento delle presenze, e il 10,4 per cento degli stranieri detenuti.
Le persone straniere detenute al 30 aprile 2025 sono 19.740, pari al 31,6 per cento della popolazione carceraria. Negli ultimi anni, la presenza di detenuti stranieri si è mantenuta costante seppur assumendo un andamento decrescente. La maggior parte di loro è detenuta nelle carceri del nord Italia e nel Lazio.
I suicidi nelle carceri
Una parte del rapporto di Antigone è dedicata ai suicidi. Nel 2024 sono 91 i detenuti che si sono tolti la vita. Si tratta dell’anno con più morti in cella di sempre. Per quanto riguarda quest’anno, tra gennaio e maggio 2025 sono 33 le persone che si sono suicidate. L’associazione, come fonte, spiega che utilizza numeri che provengono dal conteggio elaborato da Ristretti Orizzonti nel Dossier “morire di carcere”. Non sono presenti infatti dati ufficiali dalle istituzioni.
Di questi 124 suicidi, quattro erano donne. I più giovani sono quattro ragazzi che avevano 20 anni, il più anziano un uomo di 82 anni. Il 45.2 per cento sono persone straniere. Mentre il 40 per cento era in attesa del primo giudizio.
Secondo le elaborazioni il tasso di suicidi in carcere, nel 2024, è pari a 14,8 casi ogni 10.000 persone detenute. Si può anche elaborare un tasso di suicidio rispetto alla società libera. Nel rapporto si legge: “Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, nel 2021 il tasso di suicidi in Italia era pari a 0,59 casi ogni 10.000 abitanti. Mettendo in relazione i due dati, vediamo come oggi in carcere ci si levi la vita ben 25 volte in più rispetto alla società esterna”.
Secondo questi dati l’Italia si colloca al di sopra della media europea per quanto riguarda i suicidi in carcere, nonostante sia spesso considerata al di sotto per quanto riguarda il numero di suicidi generico. “Secondo l’ultimo dato del Consiglio d’Europa – si legge nel report – nel 2022 il tasso di suicidi nelle carceri italiane era più del doppio della media europea: 15 casi ogni 10.000 persone detenute, a fronte di una media di 7,2 casi”.
La fotografia tracciata da Antigone mostra un quadro preoccupante. L’associazione è anche critica riguardo alle misure adottate dal governo, soprattutto per quanto riguarda la costruzione di nuove carceri. L’appello di Mattarella di qualche giorno fa è quanto mai attuale. Ora tocca al Parlamento agire in maniera più incisiva per proporre soluzioni. Perché la politica non continui “a dormire con l’aria condizionata”.