Mister Mancini scende in campo: “Nelle mie Marche tifo per Acquaroli: spero che rivinca”

L’assist dell’ex commissario tecnico della Nazionale al candidato di Meloni: “Il governatore uscente di Fratelli d’Italia ha fatto un gran lavoro nelle Marche, ha governato non bene ma benissimo. Deve continuare a guidare la regione”

Il ragazzo di Jesi, fuoriclasse in campo nonché campione d’Europa in panchina, rompe il silenzio: “Francesco Acquaroli ha fatto un gran lavoro nelle Marche, ha governato non bene ma benissimo, e io spero proprio che rivinca”. A parlare al Foglio è Roberto Mancini, l’ex allenatore della Nazionale italiana, che a pochi mesi dalle elezioni regionali di settembre si pronuncia. L’ex c.t. nonché marchigiano più celebrato d’Italia, fa – come si dice – il suo endorsement. Ovvero ridiscende in campo ma stavolta in sostegno dell’amico, presidente uscente e candidato del centrodestra, Acquaroli. E’ l’assist del Mancio, un colpo di tacco per la curva meloniana.

Un super testimonial per il governatore di Fratelli d’Italia che sfiderà a settembre l’europarlamentare dem ed ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci in una campagna che, più delle altre, s’annuncia come una tornata elettorale dal riflesso nazionale: non Coppa Italia, ma Champions league.

Ed ecco quindi che se Carlo Calenda si sfila e annuncia che Azione non sarà presente con il suo simbolo perché “sia Ricci sia Acquaroli sono candidati che non vanno bene”, arriva lui. Il Mancio imprevisto. Il genio di Jesi che non ti aspettavi. O forse sì. Forse c’era d’aspettarselo. Perlomeno a giudicare da alcuni dettagli e puntini che, unendosi, già tracciavano un profilo inclinato a destra.

Insomma mister Roberto Mancini, perché sosterrà Acquaroli? E’ un fatto politico? Un fatto personale? Siete amici? “Lo sostengo per tutto quello che ha fatto nella mia regione, e cioè tantissimo. Quindi lo scelgo sulla base del suo lavoro. E poi lo sostengo perché è una persona perbene, anzi perbenissimo. Io, al di là della politica, considero questo. E spero che resti lui”, dice l’allenatore. Beh, lei saprà che il suo sostegno è prezioso. Lo sarebbe in generale. Ma lo è ancor più, forse, per Acquaroli. Perbene, certo, ma a differenza dell’avversario poco avvezzo ai mezzi di comunicazione. O, come dire, poco televisivo. Insomma, lei saprà che il suo voto, Mancini, non vale uno ma diecimila. O no? “Eh…”. Lei ora ride, mister, ma è o non è il marchigiano più famoso d’Italia? “Il marchigiano più famoso del mondo!”. Appunto.


E però, a proposito di preferenze e voti – ci fanno notare – Mancini non manca mai di dare piccoli ma inequivocabili indizi. Cenni di vita social che danno un tono politico alla sua maglia. Il campione d’Europa, infatti, non lesina cuoricini su Instagram a Giorgia Meloni, per esempio. La segue e ne apprezza i contenuti, le interazioni coi follower. Senza considerare che se poi si volessero cogliere antichi segni, di quest’endorsement regionale dal respiro nazionale, basterebbe riavvolgere il nastro. E tornare ad Atreju 2021. Alla festa di Fratelli d’Italia di quattro anni fa che vide l’allenatore tra gli ospiti di una Meloni non ancora presidente del Consiglio, ma in ascesa. Mancini era allora reduce dalla vittoria estiva degli Europei a Wembley, proprio contro l’Inghilterra. In quell’occasione il Mancio si pronunciò: “Siamo stati molto felici di aver dato grande gioia a tutti gli italiani a luglio scorso, in un momento difficile per il paese” (l’estate post pandemia). La presidente di FdI consegnò al suo “mister” un presepe tradizionale: un pezzo unico nel palmarès “in un tempo nel quale – disse – si vorrebbe affermare che il Natale non va celebrato”. Seguirono Inno di Mameli e bandiere. A suggello di una unione tricolore. Per quanto poi il legame del ragazzo di Jesi con il governatore delle Marche viaggi forse su un binario più regionale. Due anni fa Roberto Mancini prestò il volto allo spot della regione: “Let’s Marche!”, cavallo di battaglia per il rilancio del turismo. E a parlarci oggi, con Mancini, sembra di rivederlo in quel video: tra girasoli e sbandieratori, col sole in fronte. “Io amo le Marche – ci dice – una delle regioni più belle d’Italia. Si vive ancora benissimo, da noi. Se si va al ristorante si mangia bene e si spende poco. Viviamo in posti meravigliosi”. Altroché. “Qui c’è il mare, c’è la collina, c’è la montagna. E la gente perbene”. Come il suo presidente? “Sì. Spero che ce la faccia. Lo merita”.

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