Sospesa la premier Paetongtarn Shinawatra, figlia dell’ex tycoon Thaksin. Il leak di una telefonata con l’uomo forte della Cambogia Hun Sen ha riacceso la crisi tra Bangkok e Phnom Penh, tra accuse alle Forze armate, proteste di piazza e il ritorno dei fantasmi dei golpe
Bangkok. “Non era in grado di fare la receptionist in uno degli alberghi di famiglia, figuriamoci il primo ministro”, dice una fonte del Foglio a Bangkok riferendosi a Paetongtarn Shinawatra, che martedì la Corte costituzionale thailandese ha deposto dalla carica di premier. “La colpa è di suo padre: era convinto di poter continuare a fare quello che voleva”.
Il padre di Paetongtarn, familiarmente chiamata Ung Ing, è Thaksin Shinawatra, l’uomo al centro della politica thai degli ultimi trent’anni, un tycoon che al tempo venne accostato a Silvio Berlusconi. In questi trent’anni la storia si è ripetuta ciclicamente tra crisi di governo, manifestazioni popolari, colpi di stato, elezioni farsa, governi militari e semicivili. Quest’ultima crisi, già latente dopo le elezioni del 2023 e la formazione di un governo frutto di un clamoroso “compromesso storico” tra il partito di Thaksin e i suoi avversari, è stata innescata dalla diffusione di una telefonata tra Paetongtarn e un vecchio amico e sodale di Thaksin, l’ex premier cambogiano Hun Sen, che ha governato il paese per quarant’anni prima di passare il testimone a suo figlio Hun Manet.
Lo scopo di quella chiacchierata, sostiene la Shinawatra, era il tentativo di risolvere la contesa di confine tra Thailandia e Cambogia. Una storia, quella, che risale a secoli fa, nelle guerre tra i thai e i khmer, e che si è riaccesa a fine maggio. In quella conversazione, però, Ung Ing si era comportata come una ragazzina che si rivolge a un vecchio amico del padre, uno “zio”. “Uncle”, così lo aveva chiamato, l’unica parola inglese in una conversazione che si era svolta in thai, forse per evitare ogni equivoco linguistico. Ma la cosa che aveva fatto infuriare i thai è che in quell’occasione la loro premier avesse addossato la responsabilità degli incidenti al comandante delle forze thai.
Una tale offesa all’onore patrio e delle Forze armate ha scatenato una protesta e fatto scendere in piazza decine di migliaia di persone, mentre le ripetute scuse della premier alla popolazione e ai militari non sono state sufficienti a evitare il deferimento alla Corte suprema. Nel frattempo, Paetongtarn ha provveduto a un rimpasto di governo, riservandosi la carica di ministro della Cultura in modo da restare nell’esecutivo anche dopo essere stata destituita dalla carica di primo ministro.
Resta da vedere se il governo riuscirà a mantenere una risicata maggioranza, ormai affidata a micropartiti, e se la Corte suprema deciderà per l’impeachment, o se ci saranno nuove manifestazioni di massa. Il tutto in un momento di crescente crisi economica, di problemi tariffari con gli Stati Uniti, senza contare l’irrisolto conflitto con la Cambogia. Il che potrebbe accadere senza colpo ferire: il generale Prayut Chan-o-cha, autore del golpe del 2014, al potere sino al 2023, giorno dopo giorno sta risalendo nei sondaggi.
Il dubbio maggiore riguarda chi abbia divulgato quella conversazione e perché. Secondo la fonte del Foglio sarebbe stato lo stesso Hun Sen, allo scopo di destabilizzare la Thailandia. In questo momento, infatti, la Cambogia è un covo di cybercriminali che gestiscono truffe online dalle centrali di “scam” impiantate in tutto il paese grazie alla complicità del governo. Un business che rischiava di essere compromesso dalle interferenze del governo Thai, a sua volta costretto a intervenire per le pressioni della Cina, che considera una minaccia il fenomeno delle scam.