In manette un fumettista, il caporedattore e un grafico di LeMan, autori di una (presunta) caricatura di Maometto. E una folla inferocita assalta la redazione. Gli autori: “Non era il disegno del profeta ma di un musulmano ucciso in Palestina”. Cortocircuito
A dieci anni dalla strage di Charlie Hebdo a Parigi, questa volta è Istanbul il teatro di una rivolta islamista provocata da una vignetta satirica. Lunedì sono scoppiati violenti scontri a Istanbul e la polizia turca ha sparato proiettili di gomma e gas lacrimogeni per disperdere una folla inferocita che voleva linciare i redattori della rivista LeMan. La loro “colpa”? Avere pubblicato una vignetta con quella che è stata interpretata come una caricatura di Maometto. E che forse non lo era neanche.
I fatti: dopo che il procuratore capo di Istanbul ha ordinato l’arresto dei redattori della rivista con l’accusa di aver “insultato pubblicamente i valori religiosi”, la sede di LeMan – su Viale Indipendenza, nel centro di Istanbul – è stata presa d’assalto. Tra 250 e 300 persone, secondo il corrispondente da Istanbul dell’Afp, hanno attaccato un bar frequentato spesso dai redattori. Poi, raccontano i media locali, gli islamisti hanno provato a forzare la porta della sede del giornale e, prima che la polizia intervenisse per fermarli, ne hanno spaccato le finestre con pietre e bastoni.
Ma è lo stesso governo turco a essersi schierato contro il magazine. Prima dell’assalto, il ministro della Giustizia Yilmaz Tunc, aveva annunciato un’inchiesta contro LeMan. La polizia ha arrestato il fumettista responsabile di “questo vile disegno”, il caporedattore della rivista e un grafico, come ha scritto sui social il ministro degli Interni Ali Yerlikaya. Il ministro ha pubblicato su X i video con le immagini (piuttosto brutali) degli arresti.
La polizia ha inoltre preso il controllo degli uffici del giornale, baluardo satirico dell’opposizione fondato nel 1991. Sono stati emessi mandati di arresto per diversi altri dirigenti di LeMan, ha scritto su X l’addetto stampa del presidente, Fahrettin Altin.
In questo delirio fondamentalista nella Turchia pro-pal di Erodgan (che non perde occasione di attaccare Israele, persino paragonando Netanyahu a Hitler), c’è un ulteriore cortocircuito: in diversi post su X, LeMan ha spiegato che l’immagine è stata male interpretata e “non è una caricatura del profeta”. La vignetta, che circola online, mostra infatti due anime che volteggiano nei cieli di una città sotto le bombe. “Salam aleikum, sono Mohammed”, dice uno stringendo la mano all’altro che risponde: “Shalom aleichem (saluto ebraico, ndr), sono Mosè”.
“In quest’opera, il nome di un musulmano ucciso nei bombardamenti di Israele viene romanzato come Mohammed. Più di 200 milioni di persone nel mondo islamico si chiamano Mohammed”, si è giustificato l caporedattore della rivista, Tuncay Akgun. “Non correremmo mai un rischio del genere”, ha detto all’Afp.