Il responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia sulla scelta dell’amministrazione toscana: “Una scelta ideologica frutto di ignoranza: così si danneggiano solo i cittadini”
“Quella del sindaco di Sesto Fiorentino è una decisione senza senso, irresponsabile, che si ritorcerà contro i suoi stessi cittadini”. Lo dice, il responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, commentando l’adesione di “Azienda Farmacie e Servizi Spa di Sesto Fiorentino” all’invito di boicottaggio dei farmaci israeliani rivolto dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Lorenzo Falchi. “Viviamo in un tempo terribile in cui spesso ci sentiamo persi, disarmati ma con la voglia di prendere posizione, di fare sentire la nostra voce. Ma allora da dove ripartire? Come far sentire il nostro peso, seppur piccolo, rispetto alle vicende tragiche che vive il mondo? Io ho la mia opinione: conta tutto quello che facciamo, come individui ma soprattutto come comunità. E se il nostro governo, l’Europa e parte della comunità internazionale non isolano il governo di Netanyahu allora tocca a noi fare la nostra parte, anche attraverso scelte quotidiane”, ha difeso la scelta il sindaco. Un’altra forma di boicottaggio che prende piede in Toscana, dopo la mozione in discussione in Consiglio regionale che vorrebbe sospendere gli accordi con Israele. E dopo che aziende molto presenti in regione come Coop hanno annunciato che non venderanno più prodotti israeliani nei loro store. “Quella dell’amministrazione di Sesto fiorentino è una scelta che denota grande ignoranza. E sfocia in un approccio ideologico ma aggiungo anche razzista”, dice al Foglio Donzelli, toscano, consigliere comunale a Firenze per anni prima di diventare deputato e assumere ruoli nazionali all’interno del partito di Giorgia Meloni. “Mi spiegate cosa c’entrano la scienza, la medicina, prodotti che servono a curare delle malattie, col capo del governo di un paese come Israele? Per questo credo sia una decisione assolutamente insensata. E che peraltro non produrrà alcun effetto concreto sulla situazione in medio oriente. Mentre invece creerà un bel po’ di disagi qui da noi. A che serve?”, ribadisce il meloniano.
Anche la Lega con i suoi rappresentanti toscani aveva esternato tutte le sue criticità sulla decisione portata avanti dall’amministrazione comunale di Sesto Fiorentino. “Boicottare i prodotti farmaceutici israeliani è una scelta ideologica, irresponsabile e pericolosa”, hanno commentato l’eurodeputata Susanna Ceccardi e il capogruppo in Consiglio comunale a Firenze Daniele Brunori. Spingendosi a definirlo “un atto discriminatorio, in odore di antisemitismo” frutto di “una visione ideologica e discriminatoria imposta dall’alto”. Peraltro secondo alcuni osservatori locali, la fuga in avanti del sindaco Falchi sarebbe anche un modo per regolare i conti all’interno della sinistra nell’area fiorentina, rispetto a un Partito democratico che un boicottaggio tout cour non l’avrebbe digerito granché. Soprattutto perché non concordato nemmeno con il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. Che comunque nelle scorse settimane aveva dato l’avallo alla mozione per il boicottaggio sul modello già sperimentato in Puglia ed Emilia-Romagna.
Fatto sta che adesso, sostiene ancora Donzelli, “quest’approccio ideologico visto a Sesto Fiorentino, ma anche con le continue campagne di boicottaggio come quelle portate avanti da alcune aziende della grande distribuzione, rischiano di mettere a repentaglio la sicurezza delle comunità ebraiche presenti nelle nostre città, che anzi andrebbero protette da queste derive che possono sfociare in vere e proprie manifestazioni di odio antiebraico”. Ma quali potrebbero essere adesso le controreazioni del governo, a partire dal ministro della Salute Orazio Schillaci, per cercare di evitare che farmaci salvavita vengano banditi pur di aderire a una campagna politica di boicottaggio nei confronti di Israele? “La competenza resta comunale, quindi credo che il governo da questo punto di vista non possa fare niente”, conclude allora Donzelli. “L’appello quindi è a rinsavire. A dismettere questo approccio ideologico che, lo ripeto ancora una volta, non servirà di certo a far smettere la guerra a Gaza. E rischia solo di mettere in pericolo la salute di molti nostri cittadini di Sesto”.