Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore – Caro Cerasa, l’ignoranza dei leader del centrosinistra e di alcuni suoi colleghi della carta stampata è sconvolgente. In queste ore sparacchiano cifre senza senso sul costo per il nostro paese dell’aumento della spesa militare deciso dalla Nato (oscillano tra i 400 e i 600 miliardi di euro). Attualmente tale spesa è pari (con qualche forzatura) al 2 per cento del pil. Il governo Meloni si è impegnato a portarla nell’arco di dieci anni al 3,5 per cento del pil (un altro 1,5 per cento riguarda la spesa per investimenti in infrastrutture e cybersicurezza). Poiché oggi ogni punto di pil vale circa venti miliardi, la spesa militare nel 2035 sarà di circa trenta miliardi più elevata di quella dell’anno in corso. Ammettendo, e sperando, che nel prossimo decennio cresca di qualche decimale, arrotondiamola pure a trentacinque miliardi. Ebbene, da dove nascono i fantomatici numeri richiamati sopra? Nascono da due errori incredibili, che nemmeno uno studente di scuola media (forse) commetterebbe. Il primo: si somma algebricamente la spesa annuale di ciascuno dei dieci anni. Il secondo: nella somma si include l’intera spesa militare, e non solo il suo incremento. In altre parole, se quest’anno spendo dieci euro e l’anno seguente spendo dieci euro non ho speso venti euro. Ho mantenuto la spesa annuale costante a dieci euro. Altrimenti, con lo stesso bizzarro ragionamento, Elly Schlein non potrebbe più lamentarsi per le risorse scarse in sanità. Infatti, ai 137 miliardi del 2025 dovrebbe aggiungere i 134 spesi nel 2024 e così via. Caro Cerasa, l’Italia non è un paese per chi sa far di conto. Ma per i demagoghi e gli arruffapopoli lo è. Eccome se lo è!
Michele Magno
A proposito di sinistra. A New York, pochi giorni fa, si è manifestato un fatto politico tanto importante quanto inquietante. A vincere le primarie dei democratici è stato Zohran Mamdani, un estremista di sinistra. E’ probabile, visto il bacino di riferimento, vista la matrice progressista della città, che Mamdani possa diventare presto il sindaco di New York. Se mai dovesse succedere, è utile ricordare che una sinistra che vuole (la sintesi è dell’ex capo staff di Barack Obama alla Casa Bianca, fatta sul Wsj) “definanziare la polizia” tagliando “i bilanci annuali”, che vuole “disarmare le forze dell’ordine”, che vuole “chiudere le carceri locali”, che vuole “liberare tutte le persone dalla reclusione forzata”, che chiede “la proprietà sociale di tutte le principali industrie e infrastrutture”, che sogna “la nazionalizzazione di aziende come ferrovie, servizi pubblici e aziende manifatturiere e tecnologiche essenziali”, nonché delle “istituzioni di politica monetaria, assicurativa, immobiliare e finanziaria”, che considera legittimo “chiudere le basi militari statunitensi all’estero”, che fosse per lui “si ritirerebbe immediatamente dalla Nato”, non è una sinistra che risponde a Trump: è una sinistra che inseguendo Trump diventa non il suo opposto ma la sua brutta copia. Ricordarselo, anche in Italia.