“Il rafforzamento della difesa europea passa dagli investimenti, aumentare le spese Nato può essere un’opportunità per colmare le lacune militari”. La versione dell’ex ministro e presidente Copasir
Il Pd di governo, riformista, il Pd di Lorenzo Guerini, parla così: “Non rinuncerò mai a difendere l’Ucraina, non voterò mai una risoluzione che mette sullo stesso piano il gas russo e l’Ucraina, non smetterò mai di credere che l’Europa abbia bisogno di una difesa comune”. Giorgia Meloni ha detto al Senato che “si vis pacem para bellum”.
Guerini, lei prepara la pace attraverso la guerra? “E’ una frase che non ho mai amato perché i romani nella loro storia sono sempre stati in guerra”. Cosa ne pensa delle spese militari, dell’aumento annunciato dalla premier fino al cinque per cento? “Il rafforzamento della difesa passa anche dagli investimenti”. Dunque si deve aumentare la spesa? “Il tema vero è interpretare l’aumento del budget, che sarà definito in sede Nato, come opportunità per costruire la vera difesa europea”. Guerini, il leader “cautissimo” del Pd, ha votato “no” all’articolo 2 e 32 della risoluzione del M5s, sull’Ucraina, gli articoli del disonore.
Il Pd di Guerini, e di Graziano Delrio, non insegue, con tutto il rispetto, Giuseppe Conte. Il Pd di Guerini dialoga con il ministro della Difesa, di FdI, Guido Crosetto, e può fare opposizione senza marciare all’Aia. Dice Guerini che sono giuste “le preoccupazioni sul programma nucleare iraniano” ma che è altrettanto evidente che la scelta del primo Trump, vale a dire uscire dal Jcpoa, l’accordo sul contenimento del nucleare iraniano “si è rivelato un errore strategico, il grande errore strategico di Trump”. Chiediamo a Guerini se la destabilizzazione del Medio Oriente sia stata causata dal regime degli ayatollah e Guerini, ex ministro della Difesa, nei governi Conte e Draghi, presidente del Copasir risponde che “non c’è dubbio. Non vi sono dubbi che l’Iran sia stato in questi anni il regista della destabilizzazione e della pace in Medioriente e non vi sono dubbi che lo abbia fatto con i suoi proxy”. Guerini si riferisce a “Hamas, Hezbollah, Houthi, ma penso anche alle milizie sciite in Iraq. E’ per questa ragione che non si può consentire agli iraniani di sviluppare un programma nucleare militare”.
Dopo l’entrata in guerra dell’America lo scenario è cambiato. Pensa Guerini che “il programma iraniano si è certamente indebolito e in maniera decisiva e adesso bisogna lavorare per non far esplodere la tensione”. La tregua è un imbroglio? Fino a quando si scrive, si può dire (ma chi lo può dire?) che, e continua Guerini, la reazione iraniana è stata quasi simbolica e tutti debbono lavorare per far rispettare la tregua. Enzo Amendola, un altro ex ministro del Pd, degli Affari Europei, ha da giorni un pensiero fisso: “Il capo della destra mondiale non è Trump, ma è Netanyahu ed è forse arrivato il momento di dirlo. Si può dire?”. Si può dire come lo dice Guerini: “Attenzione, io non dimentico il dramma di Gaza. Un dramma che va affrontato e risolto imponendo a Netanyahu di fermarsi nei bombardamenti, consentendo aiuti alla popolazione civile allo stremo, imponendo ad Hamas l’immediata liberazione degli ostaggi israeliani”.
Quando Meloni, al Senato, nelle sue comunicazioni, ha dichiarato “io la penso come i romani, si vis pacem para bellum, la difesa serve non per attaccare qualcuno, ma per evitare conflitti, grazie a sistemi di sicurezza, e di difesa solidi”, la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha commentato in una nota che “a Giorgia Meloni vorrei dire che rispetto 2.000 anni fa il mondo ha fatto dei passi in avanti nella risoluzione delle controversie e che preparare la guerra è il contrario di quello che serve, e vuole, l’Italia”. Ma l’Italia vuole anche sicurezza. A Guerini non piace l’uso del motto latino ma riconosce che quando si parla di spese Nato dire “li portiamo al cinque” o dire che la Spagna si è tirata indietro non fa giustizia alla complessità. “Quando sento dire che ‘porteremo la spesa militare al cinque per cento’ chiedo sempre: d’accordo, ma cosa ci mettiamo in quel cinque per cento? Cosa c’è in quella griglia?”. Insiste Guerini: “Il tema vero adesso è indirizzare le risorse per colmare le lacune europee in termini di capacità militari a partire dalla difesa missilistica”. Significa aumentare e nello stesso tempo razionalizzare le spese. “Quando parlo di aumento di budget lo intendo in un quadro di razionalizzazione della spesa. Intendo una maggiore cooperazione industriale e tecnologica che deve fare passi importanti”.
La politica estera sta ribaltando, e aggiustando, il campo della sinistra. Ieri tre senatori del Pd hanno votato la risoluzione di Carlo Calenda, una risoluzione che era stata riformulata su richiesta del governo. Sono Pier Ferdinando Casini, Filippo Sensi e Simona Malpezzi. La stessa Meloni, nelle sue repliche ha preso come rivali nobili i senatori Delrio e Alessandro Alfieri. Elly Schlein non abbia paura di spruzzarsi profumo di Guerini, Alfieri, Delrio. Nessuno le darà della “guerrafondaia”, nessuno dirà che “sembra Guerini”, anche perché Guerini basta a Guerini. E’ vero che Guerini è un “pavido di successo”? “Pavido mai, pigro qualche volta. Insomma, Guerini”.