I legali di Cospito segnalati per aver baciato sulle guance l’assistito

Franz Alexander e Hugo Staub, in un volume del 1948, esplorano il mistero insondabile che avvolge non solo chi commette atti delittuosi, ma anche chi è chiamato a punirli. La dottrina psicanalitica è applicabile anche a quest’ultima vicenda

Quando avevo vent’anni ho distrutto per ben due volte, a distanza di pochi mesi, la macchina di mio padre. Il suo verdetto, concorde con quello della polizia municipale e della compagnia assicuratrice, fu che ero come minimo un guidatore distratto, più probabilmente una schiappa, e che se avessi messo sotto qualcuno sarei finito a processo per omicidio colposo. Uno psicanalista freudiano avrebbe dato tutt’altro responso: i miei incidenti erano “atti mancati” per mezzo dei quali esprimevo un’ostilità inconscia verso mio padre. E avrebbe avuto ragione. Quanti delitti colposi nascondono un dolo segreto? E di quanti crimini intenzionali lo stesso autore non conosce il vero movente?

Leggendo un vecchissimo libro di Franz Alexander e Hugo Staub, Il delinquente e i suoi giudici. Uno sguardo psicanalitico nel campo del diritto penale (Giuffrè 1948), ci si persuade dell’idea che ogni delitto sia misterioso, insondabile per il suo stesso autore (figuriamoci per l’opinione pubblica che ne ciarla a tempo perso), e che altrettanto opache siano le spinte profonde di chi è chiamato a punire quel delitto. I due autori la battezzano la “strana affinità nascosta tra il mondo dei delinquenti e quello dei loro persecutori ufficiali”. Del resto, assicurano, nella scelta di talune professioni – come quella del chirurgo o del procuratore – “svolge un ruolo importante una componente sadica addomesticata”. Una componente che si estende, in modi e gradi diversi, a tutta la “società che punisce”: processo e carcere sono grandi macchinari nevrotici che emettono giorno e notte stridori perturbanti. Compiti per casa: il candidato interpreti al lume della dottrina psicanalitica la vicenda dei due legali dell’anarchico al 41-bis Alfredo Cospito, segnalati dalla direzione del carcere di Sassari all’Ordine degli avvocati per l’imperdonabile crimine di aver salutato il loro assistito con una stretta di mano e due baci sulle guance.

Leave a comment

Your email address will not be published.