Giovedì l’assessore capitolino riunisce a Roma amministratori civici di centrosinistra da tutta Italia. E’ la “tenda riformista” del campo largo? “Parlare di formule in questa fase non è utile, però è evidente che queste esperienze civiche devono fare un salto in avanti”, risponde Onorato. Sarà lui il federatore del centro?
“Sono convinto che le esperienze civiche che stanno valorizzando in maniera evidente le amministrazioni delle più grandi città italiane non possono terminare a livello comunale. C’è bisogno di un dialogo permanente per trasformare questo grande lavoro fatto da amministratori che ogni giorno si confrontano con i problemi concreti delle persone in una piattaforma nazionale, in un programma politico pragmatico che nasce dal basso e sia in grado di arricchire sul serio l’offerta politica del centrosinistra”. Alessandro Onorato, assessore capitolino e organizzatore della lista civica che tre anni fa contribuì e non poco alla vittoria di Roberto Gualtieri a Roma, scalda i motori. Giovedì alle 18 all’hotel Parco dei Principi di Roma lancerà un grande evento – 700 posti a sedere che, garantisce, non resteranno vuoti – per “mettere in rete le migliori esperienze italiane del civismo di centrosinistra”. Con lui ci saranno, oltre al sindaco Roberto Gualtieri, il capogruppo della lista civica di Gaetano Manfredi Fulvio Fucito e due assessori della giunta di Beppe Sala a Milano, oltre ad amministratori da diverse parti d’Italia. L’obiettivo non è dissimulato: trasformare queste esperienze civiche in una nuova offerta politica nazionale. Siamo nel solco dei comitati Prodi che vent’anni fa lanciarono la volata dell’Ulivo. E la domanda sorge spontanea. Sarà questa la “tenda riformista” di cui parla Matteo Renzi – o “tenda liberale e repubblicana”, per usare il linguaggio di Goffredo Bettini, il guru dem con cui da un po’ proprio Renzi è tornato a parlare – da piantare nell’accampamento (o sarebbe meglio dire campeggio) del centrosinistra? Onorato, che pure ha già i picchetti in mano, mette le mani avanti: “Credo che parlare di formule in questa fase non sia utile e non interessi a nessuno. E’ però evidente che queste esperienze civiche possono contribuire alla vittoria del centrosinistra”. Fare rete per ampliare l’offerta politica nazionale. E’ questo per Onorato quello che devono fare “donne e uomini, professionisti, giovani e meno giovani, che stanno dando un contributo politico alla propria città, facendo del merito delle questioni la loro cifra. Solo così, senza alchimie dall’alto, questa rete potrà contribuire sul serio al successo del centrosinistra alle prossime elezioni politiche”.
Di certo l’operazione è ben vista dai due teorici della “tenda”: il guru dem Bettini – che qualche tempo fa in un’intervista lanciò proprio Onorato come possibile federatore del centro, ma lui si schermisce: “Fu uno dei tanti nomi” – e il leader di Italia viva Matteo Renzi e da tanti altri dirigenti dem. E qualcosa di renziano peraltro nell’evento organizzato da Onorato s’intravede. Non solo per le grandi ambizioni, con i 700 posti a sedere al Parco dei Principi, ma anche perché all’evento non ci saranno solo giovani amministratori, ma anche attori, cantanti, personalità del mondo della moda. La società civile e cool bramosa di politica per una versione aggiornata e romanesca delle vecchie Leopolde. Chi saranno questi ospiti? “Su questo voglio mantenere ancora un po’ di riservatezza, sarà una sorpresa”, dice Onorato. L’assessore comunque non accetta che si parli di operazione politica dall’alto: “Queste esperienze partono dal basso, senza alcuna operazione verticistica che è sempre destinata a fallire. Qui invece abbiamo migliaia di persone in carne e ossa che ogni giorno si occupano dei problemi che interessano a milioni di persone nelle grandi città, dove la complessità è al massimo livello, e anche nei centri più piccoli. Parliamo di asili nido, lavoro per i giovani, sicurezza. Le cose che sul serio interessano gli italiani. Il punto è formare una rete di persone abituate a dare queste risposte ai cittadini. Poi, se ci sarà l’interesse dei leader del centrosinistra non potremmo che esserne contenti, ma non è questo il centro della questione”.
Con Bettini comunque Onorato condivide la diagnosi politica: “Noi – dice – siamo passati da un Pd a vocazione maggioritaria a un Pd con un posizionamento chiaro e netto a sinistra che deve però fare da perno per un’area più vasta, anche con una forza più pragmatica all’interno”. Ed è qui che spunta il civismo. D’altronde le grandi città sono una specie di proxy di quello che potrebbe succedere a livello nazionale. Nei comuni la sinistra vince quando c’è una gamba centrista in grado di intercettare voti che fanno la differenza. Di solito questo ruolo cruciale lo svolgono proprio le liste civiche. Ricorda Onorato: “A Roma per vincere la nostra esperienza civica è stata fondamentale: abbiamo preso praticamente il 6 per cento, ma soprattutto Gualtieri ci ha dato lo spazio che serviva per contribuire in maniera decisiva al governo della città. Accanto alla ripartenza che il sindaco sta mostrando con i cantieri, noi con i grandi eventi e il turismo abbiamo ridato alla città il respiro internazionale che meritava, esattamente il contrario della città dei ‘No’ che negli anni passati ha fatto scappare gli investitori. Anche a Napoli, dove la lista civica del sindaco Manfredi conta praticamente gli stessi consiglieri del Pd, è stato lo stesso”.
Qualche tempo fa al Foglio Bettini disse: “Ci serve un soggetto di centro, liberale e di impegno civico. Non un partito cattolico. I cattolici stanno ovunque, stanno a destra, nel Pd”. E forse il dirigente del Pd pensava ai tentativi dell’ex capo dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini che per la sua gamba moderata del centrosinistra aveva puntato sugli amministratori cattolici della rete di Trieste, salvo poi scoprire, suo malgrado, che il panorama politico dentro quella rete è troppo frastagliato per trasformarsi in partito. E così meglio i civici. I civici di Alessandro Onorato? Vedremo.