L’ingenuo sogno dell’arte pubblica per le grandi cause

Con il progetto “The Herds”, un cospicuo branco di animali riprodotti in scala iperrealistica, mosso da abili burattinai e occasionali volontari, la casa di produzione The Walks sta attraversando mezzo mondo per sensibilizzarci sul cambiamento climatico

Non so se ci siano due coccodrilli e un orangutan, due piccoli serpenti e un’aquila reale, ma di certo c’è un cospicuo branco di animali riprodotti in scala iperrealistica che, mosso da abili burattinai e occasionali volontari, sta attraversando mezzo mondo per sensibilizzarci sul cambiamento climatico. Partendo dall’Africa e attraversando l’Europa – se i miei calcoli sono giusti, dovrebbero oltrepassare la Manica a giorni – queste simboliche mandrie vogliono arrivare fino al circolo polare artico, rappresentando la fuga degli animali dal progressivo riscaldamento, nella convinzione che andare dal bacino del Congo a Trondheim costituisca “un atto senza precedenti a favore del clima” e “una sfida alla percezione della crisi climatica”, per “far scoccare la scintilla di un cambiamento significativo” e “portare alla consapevolezza globale”.

L’iniziativa si chiama “The Herds” ed è a opera una casa di produzione specializzata in questo genere di processioni, The Walks: quattro anni fa aveva condotto la propria opera di sensibilizzazione trasportando dalla Turchia all’Inghilterra la piccola Amal, un pupazzo alto tre metri e mezzo che ritraeva una bambina in fuga dalla Siria e che, come tutti ricorderete, aveva risolto seduta stante il problema dei profughi in Europa.

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