La Schlein pacifista lavora per il 5-1 alle prossime regionali

Al Nazareno c’è soddisfazione per la telefonata Meloni-Schlein. Il congresso è sempre più lontano a causa della situazione internazionale, ma ora la leader dem punta tutto sulle elezioni regionali, dove lo scoglio più grande rimangono le Marche

Al Nazareno c’è grande soddisfazione: con la telefonata alla premier Giorgia Meloni, Elly Schlein ha dimostrato di essere l’unica vera leader dell’opposizione. Anche i riformisti sono contenti dell’“atteggiamento responsabile” della segretaria del Partito democratico che ha fatto sapere alla presidente del Consiglio “che il Pd è pronto a fare la sua parte, a patto che il governo non dia le basi agli Stati Uniti”. E gongola pure Stefano Bonaccini, perché per una volta è in linea con la sua corrente. Inutile, forse, aggiungere che sia tra i fedelissimi della leader dem che tra i riformisti c’è grande soddisfazione anche perché in questa partita Giuseppe Conte è rimasto spiazzato. “Per una volta tanto tocca a lui”, è il commento acido dei parlamentari del Pd.

Ma siccome non c’è leader politico che non viva con l’ossessione dei sondaggi, Schlein non ha intenzione alcuna di cavare le castagne dal fuoco a Giorgia Meloni. Tutte le rilevazioni fatte in queste ultime due settimane sottolineano che il pacifismo paga. Perciò, se da una parte la segretaria del Pd tenterà un approccio responsabile con il governo, dall’altra ha deciso di insistere sulla mozione unitaria contro Israele e sul no fermo e netto alle basi italiane per gli Stati Uniti. I riformisti, per la verità, vorrebbero maggior cautela anche su questo punto, ma Schlein non ha nessuna voglia di regalare altri voti a Giuseppe Conte e al Movimento 5 stelle sul fronte dell’elettorato pacifista.

La situazione internazionale sembra allontanare nuovamente il congresso. Parrebbe surreale tenere le assise nazionali del Partito democratico in un contesto di guerra. Elly Schlein però punta a trasformare le elezioni regionali in una sorta di congresso, perché è convinta che se il Pd vince cinque regioni a uno, nessuno potrà più darle del filo da torcere: niente fuoco amico a quel punto. E adesso che lo scoglio del terzo mandato sembra definitivamente superato, la strada appare in discesa, perché la leader del Pd non ha più l’incubo di dover arginare l’ego esorbitante dei due governatori della Campania e della Puglia. Vincenzo De Luca era già pronto a dare nuovamente battaglia e raccontano che anche Michele Emiliano ci stesse facendo un pensierino…

Ma per ottenere una vittoria sul centrodestra di 5 a 1, il Partito democratico deve assolutamente vincere le Marche. I sondaggi su Matteo Ricci al momento sono incoraggianti. C’è però il problema di Ancona, dove il candidato del centrosinistra non riesce a penetrare. “Ma abbiano tutto il tempo per lavorarci”, assicurano al Pd.

Il fatto che il congresso, a causa dello scenario internazionale, sembri allontanarsi fa tirare un sospiro di sollievo ai riformisti che rischiavano di spaccarsi in vista di quell’appuntamento. Nell’area che fa capo a Stefano Bonaccini infatti si era diffuso il sospetto che Pina Picierno puntasse a presentarsi come la candidata alternativa a Elly Schlein. Non tanto perché convinta di vincere, quanto per formare una sua corrente e a quel punto poter contare di più nella vita del partito e nelle decisioni che il Pd sarà chiamato a prendere in vista delle elezioni politiche. Ma un pezzo dei riformisti però non vuole lasciare la leadership alla vicepresidente del Parlamento europeo, considerata troppo autonoma rispetto alle scelte delle correnti e quindi stava riflettendo sull’opportunità di presentare al Congresso un altro candidato. Se le assise sfumano, però, non ci sarà nessun bisogno di mettere in campo tutte queste manovre.

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