Il principale centro di lotta all’estremismo sul territorio statunitense dentro al dipartimento della Sicurezza interna è guidato da un giovane senza alcuna esperienza. D’altra parte, il presidente americano non ha mai nascosto di preferire persone fedeli a persone capaci. Un profilo
Donald J. Trump non ha mai nascosto di preferire, nelle posizioni chiave, persone fedeli a persone capaci. I fedelissimi, soprattutto in questa seconda Amministrazione, sono sempre più apprezzati e premiati, di chi ha esperienza e competenza. Lo si è visto con le nomine governative fatte tra i volti dei programmi televisivi di Fox News o del mondo del wrestling. E in una fase così rischiosa per la sicurezza nazionale, dopo i bombardamenti in Iran, c’è una figura che esprime perfettamente la nuova classe dirigente trumpiana: Thomas Fugate. Si tratta di un giovane ventiduenne che è stato scelto per guidare il principale centro di lotta all’estremismo sul territorio statunitense dentro al dipartimento della Sicurezza interna. Fugate ha sostituito alla guida della divisione il direttore Bill Braniff, esperto di antiterrorismo e veterano dell’esercito nominato dalla precedente Amministrazione Biden, che si era dimesso in polemica con i tagli al dipartimento operati dal Doge di Elon Musk. Nella sua ultima settimana di lavoro, Braniff aveva pubblicamente difeso le spese fatte dal dipartimento per combattere l’estremismo nascente in certe comunità, tra cui un migliaio di casi di radicalizzazioni bloccate sul nascere. La nostra divisione, aveva scritto Braniff, è “l’erede della missione primaria e fondante del dipartimento di Sicurezza interna: prevenire il terrorismo”.
Dopo aver fatto il volontario nella campagna elettorale per Trump nel 2024 e uno stage all’Heritage Foundation, il centro studi che ha tracciato la base ideologica delle politiche della Casa Bianca, Fugate è entrato al dipartimento della Sicurezza interna. Sui social racconta che a tredici anni ha ricevuto la chiamata, raccontando come “in una generazione a cui è stata tolta la speranza, le opportunità e la felicità, ho visto in un uomo la capacità di un vero e duraturo cambiamento. Quell’uomo è Donald Trump”. Dopo esser riuscito a esser nominato delegato alla convention repubblicana di Milwaukee, dove per farsi pubblicità distribuiva foglietti con la sua foto in smoking e pacchettini di caramelle gommose, è entrato nell’orbita trumpiana ed era a festeggiare a Palm Beach il 78esimo compleanno del presidente assieme a un fan club elettorale.
In seguito alla minaccia iraniana di “attacchi con cellule dormienti” in occidente, molti esperti di sicurezza hanno cercato di capire chi fosse il loro collega scelto dal governo. Su LinkedIn si sono trovati il volto di un ragazzino appena laureato all’Università del Texas, in posa con un sopracciglio inarcato, una cravatta con le stelline e un completo da cosplayer presidenziale. Intervistato da ProPublica un esperto del settore che ha lavorato per anni nello stesso dipartimento ha detto: “Magari è un wunderkind, un genio. Ma è improbabile. Sembra più il caso di uno stagista che viene messo al comando”. Anche perché nel suo curriculum non ci sono esperienze pregresse nel settore. Prima del breve stage nel think tank, aveva lavorato come giardiniere e come commesso in un supermercato.
A contenere il potere di Fulgate c’è il fatto che la divisione del dipartimento di Sicurezza interna guidato dal giovanissimo non ha più la forza che aveva prima, proprio in virtù dei tagli operati nei primi mesi di governo trumpiano nell’ottica della riduzione della spesa statale. Da ottanta i dipendenti del gruppo sono diventati meno di una ventina. Inoltre, il focus e i fondi della divisione vengono spostati sempre di più dal controterrorismo tradizionale a operazioni che accontentino la base di sceriffi e di agenti di frontiera legati al mondo Maga. Ma in un momento di allerta in cui le cellule terroristiche potrebbero tornare vive dopo il coinvolgimento americano in Iran, i tagli al dipartimento voluto da George W. Bush, aggiunti a una selezione di civil servant imberbi, vengono visti come una grande mancanza di attenzione al problema di sicurezza da parte di Trump. Gli esperti fanno inoltre notare l’aumento di attacchi violenti di matrice politica sul territorio statunitense: questo mese ci sono stati gli omicidi e tentati omicidi di senatori statali del Minnesota. Ad aprile la casa del governatore della Pennsylvania, l’ebreo Ben Shapiro, è stata data alle fiamme. A maggio due funzionari dell’ambasciata israeliana sono stati uccisi davanti al museo ebraico di Washington. Questo mentre a capo delle divisioni per la prevenzione del terrorismo ci sono figure appena maggiorenni premiate per la loro fedeltà, che sventolavano le bandierine “Make America Great Again” alle convention.