Otto prima serate sono sparite dalla programmazione del prossimo gennaio, mentre il vicepremier e segretario della Lega smentisce di essere lo sponsor politico della ex conduttrice di Mediaset. Cosa che tuttavia risulta a chiunque
Ieri il Consiglio di amministrazione della Rai ha ricevuto il palinsesto del prossimo anno. All’incirca. Al suo interno, malgrado mercoledì sera ci fosse, non risultavano più le otto prime serate che i vertici leghisti della Rai – il presidente a interim Antonio Marano e il direttore dell’Intrattenimento Williams Di Liberatore – come tutti sanno intendono affidare a Barbara D’Urso da gennaio. Cosa sia accaduto mercoledì sera – dopo che l’informazione era rimbalzata anche sui siti internet specializzati in tv – è un mistero. Chi ha telefonato a chi? Chi è intervenuto? Quali ragionamenti di prudenza sono stati fatti? E’ vero che in Rai è talmente tutto politica che la D’Urso è stata (metafora) iscritta alla Lega e che Forza Italia non la vuole perché il movimento politico di Antonio Tajani è invece iscritto al partito Mediaset? Chissà. Tuttavia, il palinsesto che hanno visto ieri al Consiglio di amministrazione della Rai non era precisamente “completo”. Ecco. Si fermava a dicembre 2025. Tutto il resto? Il famoso gennaio in cui dovrebbero esserci le otto prime serate? Mistero, anche questo.
L’unica cosa certa è che la giornata radiopubblicotelevisiva di ieri si è aperta, intorno alle 9 del mattino, con una dichiarazione di Matteo Salvini, rilasciata alle agenzie, nella quale il ministro dei trasporti, vicepremier e segretario della Lega smentiva di essere lo sponsor politico di Barbara D’Urso alla Rai. Cosa che tuttavia risulta a chiunque, non solo ai tavolini del ristorante “Pastascion” di Piazza in Campo Marzio dove pranzano regolarmente i migliori amici di Salvini, non solo in Parlamento, non solo nei corridoi e negli uffici della tv di stato, ma pure al bar e persino al fioraio di Piazza Mazzini (della zingarella che chiede l’elemosina tra via Sabotino e via Oslavia non sappiamo).