Questa settimana la Trump Organization ha presentato Trump Phone e Trump Mobile, lo smartphone e operatore telefonico del presidente americano. Al di là della stranezza dell’operazione in sé, un alone di mistero avvolge l’operazione, tra specifiche tecniche assurde e impossibili e grossi dubbi tecnici, oltre che etici
Di tutti gli eventi attuali, oggi ci concentriamo sul T1 Phone, lo smartphone di Donald Trump annunciato questa settimana. Sebbene possa sembrare un dettaglio minore, presenta aspetti alquanto discutibili. Per chi non lo conoscesse, si tratta di uno smartphone a marchio Trump. Il telefono è dorato, con incise in rosso le scritte “TRUMP” e “MAKE AMERICA GREAT AGAIN”.
Ma le questioni aperte non si fermano all’estetica, anzi. Da quel poco che è stato rivelato, il T1 sembra un telefono “impossibile”. La sua esistenza è dubbia non solo per ragioni etiche – un presidente in carica non dovrebbe vendere telefoni e servizi di telefonia – ma anche perché uno smartphone con queste specifiche tecniche, perlopiù “Made in Usa”, è irrealizzabile. Difficile pensare che esista o esisterà, quanto meno in questa forma. Ma allora, che cos’è il Trump Phone?
Analizziamo i pochi fatti a disposizione. Questa settimana, in occasione del decimo anniversario della candidatura di Donald Trump alle elezioni del 2016, la Trump Organization ha presentato lo smartphone Trump Phone e il servizio di telefonia mobile Trump Mobile. Non è chiaro quale network supporterà Trump Mobile. Il sito aziendale dichiara collaborazioni con i “tre principali operatori” (potenzialmente AT&T, Verizon e T-Mobile), ma questi non hanno fornito conferme a Wired. Viene menzionata anche “Liberty Mobile Wireless”, un operatore minore che si appoggia alla rete T-Mobile e non offre nemmeno il 5g. Alcuni hanno notato che la mappa di copertura di Trump Mobile inizialmente mostrava il Golfo del Messico anziché il Golfo d’America, come ribattezzato dalla Casa Bianca; la mappa è stata rimossa dal sito in poche ore.
Veniamo ora all’hardware e alle specifiche tecniche, che sono estremamente interessanti. Il processore non è specificato, il che è già di per sé anomalo. La combinazione di 12 gb di ram, 256 gb di memoria e le caratteristiche delle fotocamere crea un quadro bizzarro, alternando specifiche comuni a eccezionali.
Come notato da David Pierce di The Verge, non esiste sul mercato uno smartphone con questa combinazione di caratteristiche: il T1 dovrebbe girare con Android 15 (l’ultima versione del sistema operativo), ma avere anche il jack per le cuffie tradizionali e il 5g. Gli unici dispositivi simili sono prodotti di bassa qualità provenienti dalla Cina. L’aspetto più problematico è la dichiarazione “Made in Usa” per un costo di 499 dollari, visto che è estremamente difficile produrre un dispositivo simile fuori dalla Cina, e ancor più a quel prezzo. Eric Trump ha già definito questa affermazione “aspirazionale”, sostenendo che “alla fine tutti gli smartphone possono essere costruiti negli Stati Uniti”. Grandi speranze.
Con ogni probabilità, il T1 sarà prodotto in Cina da una Odm (Original design manufacturer), una delle molte aziende che progettano e producono dispositivi completi rivenduti poi da altri marchi. Anche Samsung e Huawei si avvalgono di Odm, soprattutto per i loro prodotti meno avanzati. Un altro elemento significativo: il rimborso non è previsto. Questo è forse l’unico punto fermo, la base di questo iperoggetto quantistico che chiamiamo Trump Phone. Esiste e non esiste, è Made in America anche se, evidentemente, sarà Made in China (inevitabilmente). Tuttavia, proviamo a riflettere: se si ordina un T1 e si riceve un prodotto scadente che non rispetta le specifiche, cosa si fa? Si denuncia la Trump Organization?
Un giornalista di 404 Media ha tentato di ordinarne uno. Per farlo, è richiesto un anticipo di 100 dollari, ma il sito è andato in crash, mostrando una pagina di errore, e dalla sua carta di credito sono stati prelevati 64 dollari e 70 centesimi.
E se Trump Mobile dovesse mettere in atto pratiche scorrette o fraudolente, cosa potrebbe fare il buon cittadino? Di solito si scrive una lettera alla FCC, la Commissione Federale per le Comunicazioni degli Stati Uniti – peccato che ora sia presieduta da Brendan Carr, uno dei più grandi sostenitori di Trump del momento? In bocca al lupo, quindi.