“Il regime iraniano deve cadere o saremo tutti in pericolo, anche voi europei”. Parla Mordechai Kedar

“L’Iran dominava quattro capitali. Oggi non controlla la sua”. Intervista all’analista israeliano, accademico e tra i massimi esperti di geopolitica mediorientale

“Siamo di fronte a eventi biblici, con gli imperi che stanno collassando e le persone minacciate dalla morte di massa”. Così al Foglio Mordechai Kedar, analista israeliano, accademico e tra i massimi esperti di geopolitica mediorientale. “Per anni a Teheran ci anni minacciato di sterminio, ma ora la situazione per l’Iran si è capovolta. L’impero iraniano controllava quattro capitali arabe e ora a malapena controlla la propria. Tutti ricordano la Shoah, gli slogan di morte dagli ayatollah e ora noi israeliani voliamo sopra Teheran colpendo chiunque vogliamo, in particolare l’esercito e i pasdaran. Nessuno se lo aspettava”. Secondo Kedar, il regime potrebbe cadere. “Perché è illegittimo agli occhi degli iraniani e perché gran parte degli iraniani sono laici, non sono neanche islamici, ma zoroastriani. Non c’è poi una nazione iraniana, ci sono molte nazioni”. Khamenei ha scritto: “La battaglia inizia ora”. “Forse sperano di avere ancora una possibilità per evitare la guerra che li abbatterà, perché sanno che Trump non vuole la guerra, ma potrebbero avere fatto l’errore di Hitler” continua al Foglio Mordechai Kedar. “L’Iran un giorno finirà come l’Unione Sovietica e collasserà su linee etniche, come i sovietici. O come in Yugoslavia o in Cecoslovacchia. Forse ci sarà una guerra civile in Iran, ma la libertà non è gratis”.


Se Teheran cadesse, l’effetto sarebbe dirompente. “Un risultato, nel mondo islamico, sarà che le persone penseranno che è un test da parte di Allah. L’altro significato sarà il collasso sciita, mentre i sunniti penseranno di essere il vero islam, come penseranno in Arabia Saudita e altrove”. Ci sono due possibilità. “Saddam Hussein non si è arreso, ha combattuto ed è stato spazzato via. Ci sono persone che pensano che gli iraniani non si arrenderanno mai. Altri pensano che il regime, anche se estremo e radicale, non è suicida come nazione e abbiamo visto tre eventi in cui si sono arresi di fronte a una minaccia credibile. Il primo quando furono rapiti gli ostaggi americani all’ambasciata: furono rilasciati nel 1981 quando Ronald Reagan arrivò al potere. Perché? Reagan aveva detto in campagna elettorale che avrebbe messo al loro posto gli iraniani. Poi nel 1988 dopo la guerra con l’Iraq. Il terzo evento fu nel 2003, quando gli americani invasero l’Iraq e dissero che appena finito con Baghdad sarebbero andati a Teheran. E gli iraniani fermarono il programma nucleare. Tre anni dopo, con l’insurrezione antiamericana in Iraq, gli iraniani aiutarono le milizie sciite a uccidere americani e ripresero il programma nucleare”.

Fino all’ultimo giorno, la Repubblica islamica non smetterà di cercare di cancellare Israele. “Secondo la loro interpretazione dell’islam, Israele non ha diritto di esistere. Per loro il giudaismo come religione è stata cancellata dalla cristianità e poi dall’islam, che è venuto per rimpiazzare ebrei e cristiani, quindi uno stato ebraico è senza senso. La seconda ragione è che la terra di Israele è Palestina e appartiene all’islam, come la Sicilia e la Spagna o i Balcani, che furono sotto occupazione islamica. Poi pensano che gli ebrei non sono una nazione, ma una diaspora, quindi per loro gli ebrei devono tornare alla diaspora. Il quarto problema è che gli ebrei devono vivere come dhimmi in terra islamica, sottomessi, cittadini di seconda o terza classe, marchiati con la stella gialla, come accadde a Baghdad, ben prima della Germania di Hitler. Gli ebrei devono essere umiliati, figuriamoci avere uno stato o un esercito. La quinta e ultima ragione è che Israele controlla Gerusalemme. Gli ayatollah pensano che Israele è una minaccia teologica da distruggere. Fino all’ultimo granello di sabbia di Tel Aviv”. Se invece il regime dovesse sopravvivere a questa guerra, magari sorretto dall’atomica, le conseguenze sarebbero epocali. “Se gli iraniani facessero la Bomba significherebbe che pensano che Allah è dalla loro parte e che il ‘grande’ e il ‘piccolo Satana’ crolleranno. E saranno incoraggiati dal proprio successo. L’occidente deve darsi da fare per sconfiggerli: gli europei, gli italiani, tutti saranno in pericolo. Il mondo civilizzato sarà sconfitto. Israele sta combattendo per tutti contro la barbarie, l’ideologia del VII secolo, la sottomissione di tutti gli altri. O saremo tutti in pericolo”.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.

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