Nel piccolo comune dell’hinterland barese chiunque ha provato questo sport: “I nostri dirigenti lavorano anche nei dintorni con la speranza che i giovani atleti possano venire a giocare da noi”. Le parole di Max Fanelli, responsabile stampa della squadra campione d’Italia
“Se tu vieni a Conversano, tutti nella loro vita hanno giocato a pallamano”. È questa la frase che rimane più impressa a sentir parlare Max Fanelli, responsabile stampa della Pallamano Conversano, laureatasi per l’ottava volta campione d’Italia di handball negli ultimi 22 anni (è la seconda società più vincente nella pallamano italiana), sconfiggendo i Black Devils di Merano in finale play-off.
In un piccolo comune dell’hinterland barese con meno di 30mila abitanti scoppia la passione per questo sport. “Da quando siamo nati negli anni settanta è esplosa la pallamano-mania a Conversano. Qui chiunque ha provato la pallamano. Il nostro è un pubblico molto esperto, un pubblico di allenatori…c’è molta competenza. L’eccezionale legame col pubblico si nota anche dai dati sugli spalti: in gara-2 della finale abbiamo avuto 3.500 persone a riempire il Pala San Giacomo” spiega Fanelli, che poi contestualizza la prestigiosa vittoria appena arrivata. “È una nuova epoca d’oro per la pallamano a Conversano, dopo quella per eccellenza dal 2003 al 2010, quella dei cinque scudetti. Ora stiamo rivivendo grandi momenti: è il terzo scudetto in 5 anni”.
Una rinascita che nasce da lontano e con un progetto autoctono. “Dopo la cosiddetta “era Papillon” (il main sponsor di quel periodo, ossia una marca di gelati locale, nda) dal 2000 al 2003, e i successivi quattro scudetti fino al 2010, è arrivato un momento di flessione, a partire dalla stagione 13/14. In quell’anno abbiamo rifondato la società, con Alessandro Tarafino che in quell’anno è passato da essere nostro giocatore (il più vincente nella storia della pallamano, con 14 scudetti) ad allenatore – ruolo che ricopre ancora oggi – e con un gruppo di giovani, ripartendo da zero. Da lì inizia una risalita, con una squadra fatta nei primi anni da conversanesi, fino alla finale scudetto del 2018”.
Il settore giovanile rimane fondamentale per una squadra che fa tanto affidamento sulle risorse locali, anche a livello economico (il main sponsor è Radio Norba). “Attualmente c’è solo il nostro portiere conversanese doc, Pasquale De Caro. Ma abbiamo altri tre giocatori provenienti da città limitrofe che abbiamo formato e lanciato da adolescenti, e storicamente abbiamo avuto tanti giocatori conversanesi, arrivati anche in nazionale. In questo momento il lavoro locale sta pagando maggiormente con la squadra femminile, la quale ha vinto due scudetti e quattro Coppe Italia negli ultimi anni con una forte base homemade, e quest’anno ha conquistato scudetto under 18 e finale nazionale under 16”.
Il capillare lavoro sportivo con riflessi sociali si esprime anche e soprattutto con progetti di sviluppo. “Portiamo avanti una serie di progetti indetti dalla Figh (Federazione italiana giuoco handball) e da Sport&Salute, che ci fanno lavorare nelle scuole elementari e medie non solo a Conversano ma anche in paesi limitrofi come Rutigliano, Castellana, Triggiano e Capurso. I nostri dirigenti lavorano anche nei dintorni con la speranza che i giovani atleti possano interessarsi alla pallamano e venire a giocare da noi. C’è un lavoro molto importante coi bambini nelle scuole, tant’è vero che prima delle gare importanti andiamo nelle scuole a invitarli con un volantinaggio, bambini che poi con i genitori compongono lo zoccolo duro del nostro tifo: le famiglie”. La prossima mira è di quelle che fanno salire le vertigini. “La stella d’oro (consegnata al 10° scudetto, nda) è il prossimo grande obiettivo: puntiamo ai prossimi due scudetti il più velocemente possibile“.