I No vax e il trucco del cucchiaino

Smontiamo l’ennesimo articolo spazzatura sulla “magnetizzazione iatrogena” del corpo umano dopo la vaccinazione anti-Covid. Solo testimonianze soggettive e fotografie di cucchiai attaccati alla fronte, come nei numeri da fiera

L’ennesimo articolo pubblicato dai novax su una pseudorivista scientifica raggiunge cime surrealiste: se la pseudoscienza motivata da un’agenda avesse bisogno di un manifesto, questo articolo lo sarebbe. Si tratta in sostanza di un’accozzaglia di congetture grottesche, priva di basi sperimentali, pubblicata su una rivista predatoria già da tempo identificata come tale da Jeffrey Beall. Il tutto per sostenere l’esistenza di una delle più fantasiose fra le fesserie degli antivaccinisti: la “magnetizzazione iatrogena” del corpo umano dopo la vaccinazione anti-Covid, vale a dire il sorgere di una capacità magnetica dell’intero corpo umano, capace di attirare oggetti metallici dopo la temuta puntura.

La strategia è collaudata e ben nota a chi studia la disinformazione: si parte da un presunto “caso clinico” — o meglio, da un autoracconto non verificabile — e lo si eleva a evidenza scientifica con un meccanismo tanto semplice quanto fraudolento. Nessuna misura, nessun test fisico, nessuna verifica con strumentazione adatta: solo testimonianze soggettive (questionari) e, udite udite, fotografie di cucchiai attaccati alla fronte, come si faceva da bambini e come nei numeri da fiera.

Fotografie che, come si dimostra paragonando la figura 1A della carta straccia chiamata pomposamente articolo con quella ottenuta a casa da chi vi scrive (in copertina di questo articolo), non dimostra altro che gli effetti di adesione alla pelle di un cucchiaino che, quando premuto sulla pelle, può aderire temporaneamente a causa di una combinazione di fattori, tra cui la tensione superficiale, l’effetto ventosa e la pressione atmosferica.

Cosa dimostra quindi una foto? Nulla, evidentemente; ma il miserabile scritto continua, tirando in ballo riferimenti a NAD+, mRNA, spike e altri elementi molecolari citati a caso per costruire una patina di scientificità apparente. Il risultato è un testo che, sotto ogni punto di vista metodologico, è un insulto all’intelligenza critica.

Il cuore del delirio è l’idea che alcune persone diventino “magnetiche” dopo aver ricevuto un vaccino, perché l’mRNA — o addirittura “plasmidi di DNA iniettato” (non si sa quali) — darebbero origine a proteine capaci di legare il ferro e generare un campo magnetico percepibile. Non viene fornito alcun dato che dimostri un aumento localizzato di ferro, nessuna spettroscopia, nessuna misura di campo magnetico, nulla che possa essere controllato o ripetuto. La sola “evidenza” è la capacità di un cucchiaino di restare appiccicato alla pelle, un vecchio trucco noto a chiunque abbia mai visto un prestigiatore o, più banalmente, a chi sa che sulla pelle sudata o sulla pellicola da cucina i materiali levigati aderiscono per i motivi sopra accennati.

A coronare la farsa, si aggiunge un’ulteriore assurdità: il “contagio magnetico” da persona vaccinata a persona non vaccinata, mediante una misteriosa sostanza non identificata, il cosiddetto “shedding” che fa sembrare questo articolo più vicino ad un fumetto che alla letteratura scientifica.

Il tutto, naturalmente, non senza tentare di vendere qualcosa: le proprietà redentive dell’NAD+, preso in dosi da banco, descritto come capace di far sparire la magnetizzazione come per incanto.

Nemmeno le referenze riescono a salvare la parvenza di rigore: tra le fonti si citano riviste notoriamente compromesse dalla pseudoscienza antivaccinista, personaggi screditati come Sherri Tenpenny (nota per aver sostenuto che i vaccini rendano le persone “collegate al 5G” https://en.wikipedia.org/wiki/Sherri_Tenpenny), e testi autopubblicati da gruppi di attivisti no-vax. Nulla che abbia superato una peer review seria, nulla che sia riproducibile.

Infine, l’intero impianto è reso ancora più risibile dalla presenza — nel “metodo” — di una “verifica dell’identità dei partecipanti” attraverso autocertificazione e fotografia di cucchiai appiccicati. Nessuna misurazione strumentale, nessuna diagnosi, nessun controllo incrociato, nessuna valutazione cieca. Una caricatura, pubblicata su una rivista con zero credibilità scientifica, priva di impact factor, indicizzazione, revisione editoriale competente.

Chiunque abbia un minimo di formazione scientifica capisce che questo non è un articolo scientifico, ma un atto di propaganda ideologica mascherato da scienza. Il suo scopo non è comprendere un fenomeno, ma alimentare la narrativa di sfiducia nei confronti della medicina e delle istituzioni sanitarie. È la pseudoscienza vestita da scienza, il travestimento tipico delle peggiori truffe epistemiche.

Distruggerla è facile, ma necessario: non perché rappresenti un argomento degno di confutazione — non lo è — ma perché dimostra come la finta autorevolezza e la confusione tra aneddoto e prova siano armi pericolose. Più che un articolo, è uno specchio in cui si riflette l’inconsistenza della buffonata no-vax, e il tentativo di legittimare le proprie credenze nonostante l’evidenza contraria. In altri tempi, sarebbe stata una barzelletta. Oggi, in un ecosistema informativo fragile persino dal punto di vista dell’editoria scientifica, può diventare comunque virale.

E ora, se volete, fate pure voi la prova del cucchiaino; la foto che ho fatto io era subito dopo un’ottima insalata, che siano i pomodori a rendere magnetico il corpo umano?

Di più su questi argomenti:

Leave a comment

Your email address will not be published.