La Francia sul piano inclinato dell’eutanasia

Chi l’ha approvata sa che le garanzie promesse non saranno valide domani

La Repubblica francese sta per aprire il vaso di Pandora dell’eutanasia. Ieri l’Assemblea Nazionale, la camera bassa del Parlamento, ha approvato la prima proposta di legge nella storia del paese sulla morte assistita. L’approvazione, avvenuta con 305 voti a favore e 199 contro, non è definitiva: ora la proposta di legge dovrà essere votata dal Senato. Le “garanzie” promesse oggi (e ce ne sono nella legge appena approvata) non saranno valide domani. L’esperienza dei paesi che hanno già legalizzato l’eutanasia è inequivocabile e i promotori dell’eutanasia lo rivendicano esplicitamente, come l’ex parlamentare e gran sostenitore dell’eutanasia Jean-Louis Touraine, che parla di “un piede nella porta” e annuncia di “tornare ogni anno” per la continuazione del programma: minori, pazienti psichiatrici, depressi. La legge Veil sull’aborto era una legge di umanità, una legge di compassione di fronte alla tragedia della condizione umana. Mezzo secolo dopo, la Repubblica ha completamente normalizzato l’aborto e legalizzato l’interruzione medica di gravidanza al nono mese per “disagio psicosociale”.

L’eutanasia subirà un’evoluzione simile: domani sarà la normalità, dopodomani sarà la norma. Emmanuel Macron dice di voler rendere l’uomo la misura del mondo, “un libero attore della sua vita dalla nascita alla morte”. Ma Protagora applicato alla dolce morte ci porta dritti in un piano inclinato. Dovremmo credere che i malati psichiatrici o affetti da Alzheimer di cui parla Touraine siano capaci di una “scelta libera e consapevole” (in Olanda e Belgio si possono uccidere anche loro). Dovremmo credere che un minore possa fare la “scelta libera e consapevole” di suicidarsi tramite eutanasia prima ancora di poter votare. Ma non è così. Si chiama arroganza. E chi ha mai letto una tragedia greca, saprà già come finisce.

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