I dazi di Trump sul cinema ci sono, ma l’Italia ne soffrirà davvero?

Le nuove misure fiscali dell’Amministrazione americana sui film stranieri colpiranno principalmente l’industria europea e canadese, ma l’impatto sull’Italia sembra limitato perché poche produzioni rientrano nella categoria colpita. Resta da capire come verranno applicati i dazi e quale sarà l’effetto complessivo

Oggi il costume da “Star Wars”, con spada laser e i dazi contro i film made Usa girati fuori casa. Fattispecie che riguarda l’Italia in misura limitata. “Queer” di Luca Guadagnino era ambientato nel Messico degli anni 50, ricostruito a Cinecittà. Se guadagnasse cifre esorbitanti nei cinema Usa, Trump dovrebbe punire con i dazi un sacco di gente – gli attori sono inglesi e americani, il regista italiano, le scene con ayahuasca forse rientrano nell’appropriazione culturale (o solo nello sberleffo?). Avvocati, specializzatevi. Donald Trump ha deciso, sempre senza badare alle conseguenze. Al contrario, convinto di ravvivare un altro settore produttivo in crisi. Lo slogan è già pronto: “Vogliamo di nuovo film girati in America!”

Le Terre Straniere minano la produzione audiovisiva americana – non sempre lo spettatore se se accorge, quindi facciamo i nomi: sono l’Europa dell’Est, il Canada, il Regno Unito. Tutti garantiscono incentivi, manodopera specializzata, studi attrezzati. E così “Elvis” di Baz Luhrman è stato girato in Australia, e BarbieLand è stata costruita nell’Hertfordshire, Inghilterra orientale. Howard Lutnick, Segretario Usa al commercio, ha obbedito all’istante: “Ci stiamo lavorando”. I dettagli non sono chiari ancora – se mai lo saranno, ma è certo che l’industria cinematografica britannica soffrirà parecchio. Lì, nei nuovi studi, sono stati fabbricati film di gigantesco impegno produttivo come “Mission Impossible” con Tom Cruise.

Non è ancora chiaro se i dazi verranno applicati ai film che fanno il tutto esaurito nei cinema, oltre che a quelli in streaming. Se verranno calcolati sulla base degli incassi oppure dei costi di produzione. Nella notte di domenica, i grandi studi americani hanno cercato di mettere a fuoco qualche dettaglio in più. Senza riuscirci. Hanno ricordato la minaccia di Trump: il cinema verrà affidato alle sapienti mani di Mel Gibson, Jon Voight, Sylvester Stallone. Intanto le azioni Netflix sono scese del 3,3%.

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