La “meta-ironia”, grande miscela esplosiva del nostro tempo

Un veloce tramonto di senso fino a quel punto in cui tutte le parole e tutte le azioni appaiono perfettamente intercambiabili, e nulla più distingue uno scherzo da una sparatoria, un meme da una deportazione

Quella tra lo scherzo è la violenza è la grande miscela esplosiva del nostro tempo. La vediamo all’opera in forma lieve (si fa per dire) quando Trump rilancia il video su Gaza trasformata in resort di lusso o quando Musk gioca con il saluto romano, e in forma estrema quando l’immaginario dei meme incontra il terrorismo stragista. A queste enigmatiche deflagrazioni – sparatorie rivendicate con il richiamo ammiccante ai totem sarcastici di qualche tribù digitale – è dedicato un saggio del giornalista Antonio Pellegrino, Idioti dell’orrore (Linkiesta Books).

Trovo nelle sue pagine un bandolo prezioso: il concetto di “meta-ironia”, così definito dallo youtuber iDubbbz. C’è il grado zero dell’affermazione sincera, sul quale si esercita l’ironia tradizionale, ma questo è solo il primo passaggio; all’ironia segue infatti la post-ironia, ossia una parodia dell’ironia, un sarcasmo di secondo grado che fa intendere l’opposto di ciò che dice; e in cima a tutto la meta-ironia, “un approccio ai limiti del nonsense che pone la battuta in maniera tanto ambigua da cancellare il confine tra sarcasmo e sincerità, rendendo quasi impossibile la comprensione di cosa si è detto o fatto”. Lo youtuber illustra tutto questo con un cerchio e delle freccette, ma a me sembra più efficace immaginare ai lati di una qualunque parola un numero crescente di virgolette. Ogni aggiunta rimanda a una cornice interpretativa diversa e a un diverso registro, ma oltre a una certa accumulazione di virgolette la mente, fatalmente, si smarrisce.

Mi chiedo se qualche filosofo si sia già dedicato a questa nozione, in cui mi pare di cogliere una prosecuzione spuria (o forse una metastasi) dell’ironia romantica, specie della “buffoneria trascendentale” di cui parlava Schlegel, “un tono che sovrasta a tutto e si solleva infinitamente su ogni cosa determinata”. Compiuta questa pseudo-ascesi tra cieli sempre più indiscernibili di sincerità e di sarcasmo, si giungerà a quel punto in cui tutte le parole e tutte le azioni appaiono perfettamente intercambiabili, e nulla più distingue uno scherzo da una sparatoria, un meme da una deportazione.

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