Il cardinale Nichols denuncia la legge in discussione al Parlamento
La Chiesa cattolica inglese si muove per denunciare i rischi di deriva legati alla potenziale legalizzazione della morte assistita e lo fa con le parole del cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster e presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles. In una lettera pastorale pubblicata il 1° aprile e letta in tutte le parrocchie del Regno Unito, l’arcivescovo, riferendosi alla proposta di legge presentata dalla deputata laburista Kim Leadbeater in discussione al parlamento inglese e che potrebbe divenire legge a breve (la terza lettura è prevista per il 25 aprile), chiede ai cattolici, specialmente ai rappresentanti della camera dei Comuni, di votare contro tale proposta “per seri motivi”.
Il “Terminally Ill Adults Bill” cambierebbe – scrive il cardinale – “molte delle relazioni chiave nel nostro stile di vita: in famiglia, tra medico e paziente, rispetto al servizio sanitario”. Nichols sottolinea come finora non vi sia stata, a fronte di un testo lungo e complesso, un’indagine indipendente o svolta da una Royal Commission. La legge, continua il prelato, è stata pubblicata pochi giorni prima che i parlamentari dovessero esprimersi su di essa non concedendo un adeguato tempo di dibattito. La lettera solleva molte questioni ancora senza risposta: potranno i parlamentari garantire che il campo della legge non si estenda senza controllo? Che ruolo dovrebbe avere la magistratura visto che in un primo tempo veniva considerata parte attiva del processo di morte assistita ma allo stato attuale verrebbe accantonata del tutto? Riuscirebbe il Sistema sanitario nazionale a non fare tagli altrove per garantire la morte assistita? Riuscirebbero i parlamentari a garantire che nessun sanitario venga forzato a prendere parte a queste pratiche?
Di fronte a queste domande Nichols invoca “cure palliative di prima classe”, non come quelle attuali “in carenza di mezzi e poco finanziate”. “È una triste evidenza che la Camera dei Comuni abbia speso molto più tempo per dibattere la messa al bando della caccia alla volpe che l’approvazione della morte assistita”.