Il presidente aveva chiesto di spostare alcuni poteri in capo al commissario straordinario per il Giubileo, e quindi il sindaco Pd, i parlamentari di FdI hanno affossato l’emendamento che lo avrebbe permesso. E adesso il governatore è costretto a metterci la faccia. L’impianto è a rischio
C’è chi dice che adesso il termovalorizzatore di Roma rischia sul serio. Il sindaco Roberto Gualtieri ha annunciato che i lavori nell’area industriale di Santa Palomba dovrebbero partire entro l’estate. Adesso però una faida tutta interna al centrodestra pone una grande incognita sull’annuncio del primo cittadino. Lo scontro vede da una parte il presidente della regione Lazio Francesco Rocca, dall’altra i parlamentari di FdI che vengono dai Castelli romani, dove il termovalorizzatore, che dovrebbe sorgere non distante, spaventa i residenti. Dalla regione smentiscono frizioni. Eppure alcune settimane fa era stato proprio Rocca a bussare a Palazzo Chigi per chiedere un intervento che ampliasse i poteri per quanto riguarda la gestione rifiuti del commissario straordinario per il Giubileo, e cioè proprio per il sindaco Gualtieri. Obiettivo? Evitare di venire additato anche lui come uno di quelli che ha scelto di realizzare un nuovo termovalorizzatore, senza però trovarsi nella situazione opposta: essere colui che ne impedisce la costruzione. Un esercizio di equilibrismo complesso. Soprattutto perché Rocca non aveva fatto i conti con i parlamentari dei Fratelli d’Italia. Due giorni fa infatti il centrodestra, su spinta di alcuni parlamentari dei Castelli – conterranei del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida –, Marco Silvestroni e Andrea Volpi, ha ritirato quell’emendamento, mettendo in imbarazzo, e non poco, il governatore laziale. Poche ore prima che il documento fosse silurato, Rocca, interpellato dai cronisti che gli chiedevano se fosse pronto fare ricorso alla Corte Costituzionale sulla nuova attribuzione al commissario Gualtieri sui rifiuti, aveva commentato così: “Assolutamente no, oneri e onori a chi deve realizzare un’opera così importante”. Della serie: Gualtieri vada avanti, ma non mi metta in mezzo.
Ma per capire bene in cosa sarebbero strati ampliati i poteri del commissario Gualtieri bisogna guardare a una legge regionale, la 13 del 2019. La volle la giunta Zingaretti su pressione dei verdi. Anche dentro al Pd che sostiene Gualtieri viene descritta come un folle atto ideologico della vecchia giunta dem: “E’ di fatto una norma anti impianti”. La legge prevede l’istituzione di aree ad elevato rischio di crisi ambientali. In pratica per aree troppo inquinante o con troppa densità industriale, gli enti locali possono chiedere alla regione di intervenire, trasformandole appunto in aree ad alto rischio ambientale, impedendo nuovi insediamenti. E’ quello che ha fatto il comune di Albano con l’area dove dovrebbe sorgere il termovalorizzatore. Un no alla richiesta consentirebbe di andare avanti. Un sì fermerebbe davvero l’opera. Alla richiesta lavorano gli uffici del Dipartimento Ambiente e dell’Arpa. L’sitruttoria è insomma tecnica. Ma l’istituzioni dell’area è un atto politico: viene fatta con una delibera della giunta regionale. Per questa ragione Rocca avrebbe chiesto di cambiare le regole. Sull’eventuale via libera alla realizzazione dell’impianto la faccia non l’avrebbe messa lui e la sua giunta, ma il sindaco commissario del Pd.