La unga vicenda del Meazza è arrivata al sesto anno, quello decisivo per stabilire se è possibile la parziale demolizione del vecchio impianto e la costruzione di uno nuovo con annessa riqualificazione dell’area. Un altro derby anti stadio
Sei commissioni convocate (ben tre presiedute da esponenti da sempre ostili alla vendita dello stadio) per discutere lo stesso tema forse non si erano mai viste a Palazzo Marino. Un altro effetto della lunga vicenda del Meazza arrivata al sesto anno, quello decisivo per stabilire se è possibile la parziale demolizione del vecchio impianto e la costruzione di uno nuovo con annessa riqualificazione dell’area. E’ l’obiettivo ribadito nella seduta di lunedì scorso dall’assessore Giancarlo Tancredi che ha fatto il punto.
Questi i passaggi recenti da tenere presenti: l’11 marzo scorso le società hanno presentato la proposta d’acquisto dell’area di 280 mila mq che secondo la giunta (delibera del 18) contiene le condizioni già poste il 19 gennaio 2023 per il via libera all’operazione: 40 milioni che i club devono stanziare per progetti sul quartiere, 50 per cento della superficie a verde, priorità alla neutralità carbonica, aumento della capienza stadio rispetto alla prima proposta, maggiori posti per i meno abbienti e nessun impatto su via Tesio.
Da martedì è iniziata la Conferenza dei servizi che si chiuderà il 30 aprile, qualora non arrivino altre offerte – potrebbe essercene una dell’imprenditore Carlo Trotta per riqualificare lo stadio – si procederà al contratto di vendita entro luglio per un’operazione da 1,234 miliardi. Che il calendario del Comune possa essere rispettato sarà deciso dalle varie magistrature che lavorano sul dossier San Siro. Un esposto del Comitato S‘i’ Meazza guidato dell’ex vicesindaco Corbani ha prodotto un’inchiesta 8 fascicolo 42) e una richiesta alla Corte dei Conti per (possibile) danno erariale. Poi c’è il ricorso al Tar del Gruppo verde San Siro che contesta in particolare i tempi considerati inadeguati per la presentazione di proposte. Ma non è tutto, è ancora incerto chi si accollerà le spese per le bonifiche e la demolizione dello stadio, secondo Tancredi c’è una legge regionale che autorizza lo scomputo a favore dei club: ottime munizioni per un altro ricorso dei Meazza Nimby.