Espulsi dall’Algeria dodici funzionari francesi, dopo l’arresto di un agente algerino sotto inchiesta per il sequestro di Amir Dz, rifugiato politico in Francia su cui pende la pena di morte. Una nuova tensione tra i due paesi, la cui relazione torna a deteriorarsi
Parigi. La schiarita nei rapporti tra Francia e Algeria è durata pochi giorni. Domenica il governo algerino ha comunicato l’espulsione di dodici funzionari dell’ambasciata francese ad Algeri, come misura di rappresaglia per l’arresto di un agente del consolato algerino di Créteil (dipartimento del Val-de-Marne, a sud-est di Parigi). Quest’ultimo figura fra le tre persone incriminate nel quadro dell’inchiesta sul sequestro dell’influencer algerino Amir Boukhors, noto come Amir Dz, oppositore politico del regime di Abdelmadjid Tebboune, presidente dell’Algeria, e del suo predecessore, Abdelaziz Bouteflika. La notizia del sequestro, avvenuto tra il 29 e il 30 aprile del 2024, è stata rivelata soltanto la scorsa settimana dal Parisien. Secondo le informazioni del quotidiano parigino, l’obiettivo dell’operazione contro Amir Dz, rifugiato politico in Francia dal 2023 e con 1,1 milione di followers su TikTok, era quella di ucciderlo sul suolo francese o riportarlo con la forza in Algeria per eseguire la pena di morte a cui è stato condannato (Algeri ha emesso nove mandati di arresto internazionali contro di lui, accusandolo di truffa e reati terroristici).
“Questa svolta giudiziaria nell’inchiesta, con l’arresto di agenti legati al regime algerino e la loro comparsa davanti a un giudice, rivela anche che i fatti del 29 aprile 2024 sono un affare di stato”, ha dichiarato venerdì il legale dell’influencer, Éric Plouvier. La reazione del regime algerino per l’arresto dell’agente consolare di Créteil non si è fatta attendere. Lunedì sera, l’Algeria ha parlato di decisione “sovrana” in merito all’espulsione dei funzionari dell’ambasciata di Francia ad Algeri, attribuendo al ministro dell’Interno francese, Bruno Retailleau, “l’intera responsabilità” di questa nuova tensione tra i due paesi. Nel comunicato del ministero degli Affari esteri algerino l’arresto dell’agente consolare viene definito un “atto indegno” che è “la conseguenza dell’atteggiamento negativo, deplorevole e costante del ministro dell’Interno francese nei confronti dell’Algeria”. Retailleau, nel governo francese, è il difensore della linea della fermezza con Algeri, dell’instaurazione di un rapporto di forza con il regime algerino, ed è il più attivo sul dossier Boualem Sansal, lo scrittore in carcere dallo scorso novembre ad Algeri per aver espresso opinioni sgradite a Tebboune.
Lunedì, mentre i rapporti tra Parigi e Algeri tornavano a degradarsi, il ministro dell’Interno francese era in visita in Marocco, il “nemico” dell’Algeria sulla questione sensibile del Sahara occidentale, territorio conteso tra Rabat e gli indipendentisti saharawi del Fronte Polisario sostenuti da Algeri. Retailleau “non ha nulla a che fare con questa vicenda”, l’affaire dell’influencer Amir Dz, che è solo “giudiziaria”, ha detto ieri su France 2 il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot. In un comunicato, Emmanuel Macron ieri sera ha definito la decisione di Algeri “ingiustificata” e “incomprensibile”: “Le autorità algerine si assumono la responsabilità di un brutale deterioramento delle nostre relazioni bilaterali”. Il capo dello stato ha deciso di richiamare “per consultazioni” l’ambasciatore francese ad Algeri, Stéphane Romatet. Parigi, inoltre, procederà simmetricamente all’espulsione di dodici funzionari della rete consolare e diplomatica algerina in Francia.