Leclerc contro tutto, Norris contro se stesso: i primi segnali dal Mondiale F1 2025

Dopo quattro gare, dal Bahrain cominciano ad emergere gerarchie e fragilità. Il dominus della Ferrari lotta da leader in un team ancora in affanno, mentre in casa Mc Laren si fanno i conti con una lotta principalmente a livello psicologico

Quattro su ventiquattro sono un periodo troppo breve per tirare delle somme. Ma un sesto del cammin di questo Mondiale di Formula 1 ci dice già qualcosa. Dal deserto del Bahrain arrivano due sensazioni forti. Charles Leclerc è il vero dominus di questa Ferrari pur in presenza del Re Nero. Mentre in casa Mc Laren dovranno fare i conti con una lotta principalmente a livello psicologico. Partiamo da casa-Ferrari. Per chi avesse ancora qualche dubbio sul fatto che, almeno nella prima parte del 2025, il cavallo giusto su cui puntare fosse Leclerc la gara sul circuito del Sakhir ha ribadito due cose. La prima è che Leclerc è passato oltre l’arrivo di Hamilton e ha confermato senza flettere che quello di Maranello è il suo giardino di casa e non sarà semplice per il settevoltecampione del mondo dettare il passo nelle configurazioni e nelle strategie della Rossa. La seconda è invece più preoccupante. Leclerc ha perfettamente capito che nemmeno questo sarà il Mondiale nel quale riuscirà ad essere in lizza fino alla fine. Passi il fatto che finora la Scuderia non è riuscita ad andare a podio in nessuna delle prime quattro gare. E già questo potrebbe essere un indizio non esattamente leggero. Quel che il monegasco sta toccando con mano è il fatto di avere il volante su una vettura dalla quale è difficile ottenere di meglio. Ma non basta. Ha anche capito che una volta ottenuto il meglio, e ci è riuscito sia a Suzuka che in Bahrain, il massimo del risultato è un quarto posto.

Basterebbe questo per gettare chiunque in uno stato di profonda frustrazione. Ed invece, una volta scosso il testone riccioluto e mandato giù il boccone amaro, Charles riprende a lottare come un leone e a rifiutarsi di alzare un’altra volta bandiera bianca. Chiedere referenze a Lando Norris, che ci ha messo una decina di giri per passarlo nonostante una superiorità di vettura e di pneumatici evidente. E qui arriviamo all’altro segnale forte che arriva dal Bahrain. In realtà si tratta di una conferma. La fragilità di Lando Norris. Sempre più simile al “tenero Giacomo” della Settimana Enigmistica, “Blando” ha dimostrato in Bahrain che non era vero che soffriva Max Verstappen nei corpo-a-corpo. Soffre anche quasi tutti gli altri. Sgombriamo il campo da ogni equivoco. Non stiamo parlando di un pilota scarso, tutt’altro. Parliamo però di un ragazzo che ha evidenti limiti caratteriali. Che vanno pesantemente ad incidere nel suo rendimento in pista. Norris vince le gare se parte dalla pole, passa indenne le prime curve (cosa che per molte non gli è riuscita) e va via da solo in aria pulita. Allora così non lo prende più nessuno. Già, ma così è troppo comodo. Se c’è da sporcarsi le mani con un sorpasso non agevolato dal Drs ecco che il tenero Lando si fa aggredire dai mostri che popolano la sua giovane mente. Stiamo certamente parlando di un bravo ragazzo e di una persona “a modo”. Ma nello spietato mondo della Formula 1 quelli come lui finiscono stritolati. Dalle proprie paure ma anche dai compagni di squadra meno avvezzi a lasciar spazio alla cortesia. Umanamente Lando muove sentimenti contrastanti. C’è chi lo adora perché sembra uscito da una canzone di De Andrè. E chi lo detesta perché non è in grado di massimizzare la somma del suo talento con il valore dell’auto che guida. In un mondo che non aspetta e trancia giudizi a prescindere la figura di Norris è meno sexy di altre, di chi ha i canini di fuori e non alza il piede se c’è da andare oltre il limite. Il Mondiale 2025, ultimo con questo regolamento tecnico prima della rivoluzione del 2026, ci dirà se il tenero Lando saprà farsi rispettare oppure finirà nella non piccola cerchia dei: “bravo lo stesso”.

Di più su questi argomenti:

Leave a comment

Your email address will not be published.