La guerra santa di Mosca che macella i cristiani

Il consiglio panucraino delle Chiese condanna l’azione decisa al Cremlino: “Lo stato russo continua quotidianamente, giorno e notte, a terrorizzare le città e i villaggi ucraini attaccando con droni, missili e bombardamenti. Attraverso queste azioni constatiamo che per uno stato che si autodefinisce ‘Santa Rus’, in realtà non vi è nulla di sacro”

Roma. “Nonostante il periodo festivo, segnato dalla celebrazione della Pasqua ebraica e della Pasqua cristiana, lo stato russo continua quotidianamente, giorno e notte, a terrorizzare le città e i villaggi ucraini attaccando con droni, missili e bombardamenti. Attraverso queste azioni constatiamo che per uno stato che si autodefinisce ‘Santa Rus’, in realtà non vi è nulla di sacro. E’ assente il più elementare rispetto per il valore della vita umana, per non parlare del rispetto verso la celebrazione delle festività del cristianesimo e dell’ebraismo”. E’ quanto si legge nella Dichiarazione del Consiglio panucraino delle Chiese e delle organizzazioni religiose diffusa questa mattina, dopo la strage di Sumy (ma analoghi attacchi sono avvenuti a Kryvyj Rih, Dnipro e Kharkiv), con i missili balistici russi lanciati mentre i fedeli stavano raggiungendo gli edifici di culto per la celebrazione della Domenica delle palme, inizio della Settimana santa.

Un giorno particolare, anche perché – si legge nel documento – “quest’anno la Pasqua è celebrata nello stesso giorno da tutti i cristiani: ortodossi, cattolici e protestanti. Inoltre, quest’anno è particolarmente significativo per tutti i cristiani in quanto ricorre il millesettecentesimo anniversario del Concilio di Nicea”. Oltre a piangere le vittime “del terrore dello stato russo”, il Consiglio panucraino condanna “fermamente gli atti terroristici perpetrati dalla Federazione russa contro le città e i villaggi dell’Ucraina” e rivolge “un appello alle principali potenze mondiali affinché adottino tutte le misure necessarie per fermare l’aggressione militare russa contro l’Ucraina e per rafforzare la capacità dell’Ucraina di difendersi e di proteggere vite umane”. L’invito rivolto a tutte le persone di buona volontà è quello di “pregare per la vittoria della verità e per la giusta pace per l’Ucraina”.

“Quando celebriamo la festa della vita, il nemico vuole imporci la sua festa della morte”, commenta amaro Sviatoslav Shevchuk, capo e padre della Chiesa greco-cattolica ucraina. L’attacco di Sumy, per l’arcivescovo maggiore di Kyiv, è “un altro crimine contro l’umanità”. La Russia, ha aggiunto Shevchuk, “ha mostrato ancora una volta il suo volto barbaro”: “Speriamo che tutti capiscano che l’Ucraina è la vittima innocente di questa aggressione, e che promuovere verità e pace significa proteggere la vittima innocente e frenare la mano omicida dell’assassino e aggressore russo”. In effetti, il raid missilistico studiato per colpire chi entrava in chiesa deve aver destato non poco imbarazzo ai piani alti del patriarcato moscovita. Certo, Kirill è quello che teorizzò la legittimità della “guerra santa” aprendo tre anni fa la Quaresima, tra volute d’incenso e benedizioni varie. Ma colpire così anche il proprio popolo, quello ortodosso che celebrava la liturgia che anticipa la Passione, non deve aver fatto piacere. Il rischio è che la patina “divina” attribuita alla “operazione speciale”, necessaria per ricacciare agli inferi l’anticristo occidentale, cada presto insieme alle centinaia di cadaveri che domenica mattina occupavano le strade di Sumy. Kirill parlava di lotta del Bene contro il Male, dove il Bene è la causa della Madre Russia e il Male è tutto ciò che la minaccia. E’ lecito dubitare che i suoi fedeli, che hanno visto piovere dal cielo i missili sugli ucraini che entravano in chiesa, possano far proprio senza colpo ferire tale concetto.

Di più su questi argomenti:

  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.

Leave a comment

Your email address will not be published.