Con nove turni da imbattuti, i laziali conquistano lo scudetto a squadre. Assente Padova, brillano Sonis, Godena e un sorprendente Caprio: il cuore degli scacchi batte forte anche lontano dalla scacchiera
Si è concluso ieri il campionato italiano a squadre 2025, serie Master, disputatosi a Darfo Boario Terme a partire dallo scorso 7 aprile. Sistema di accoppiamento svizzero per nove turni e venti squadre, e alloro della vittoria, conquistato dalla favorita, la S. S. Lazio Scacchi. Dietro la brillante performance dei neocampioni italiani, imbattuti, sono riusciti a piazzarsi al secondo posto la Nastrotex Cufra Partenopea, separata dalla vetta da un solo punto, e al terzo l’Asd Pedone Isolano di Palermo. Uno “scudetto italiano” che quest’anno ha avuto senz’altro un sapore particolare: la squadra che aveva dominato le scorse edizioni, Obiettivo Risarcimento Padova, a sorpresa non si è presentata. Oltre a qualche illustre ingaggio (Alexei Sarana, Volodar Murzin) erano presenti quasi tutti i più forti fra gli italiani: il nuovo numero uno, nonché campione assoluto in carica, Francesco Sonis, e poi Luca Moroni, Lorenzo Lodici, Sabino Brunello, e anche veterani come Michele Godena che, facendo parte dell’ampia rosa della squadra laziale, ha ottenuto la sua quindicesima vittoria nella competizione. I laziali hanno guidato la classifica dal primo all’ultimo turno, infilando una vittoria dopo l’altra, ma la squadra napoletana è riuscita a dar del serio filo da torcere, pur avendo a disposizione solo quattro giocatori (da disporre su quattro scacchiere per ogni turno), e non avendo quindi la possibilità di fare sostituzioni strategiche o di dar riposo ai giocatori.
E il riposo serve: giocando si fatica, ci si stanca, si perdono energie e, se ne si perdono troppe, si perdono pure le partite. Occorre essere in forma, aver dormito e mangiato bene, e i professionisti lo sanno: i tempi in cui la componente “atletica” del gioco veniva trascurata sono ormai lontani. Si pensi pure alla novità dell’introduzione, in molti grandi tornei internazionali, della misurazione del battito cardiaco durante le partite. Controllo medico, ma anche finestra di accesso alla psiche di un giocatore, magari glaciale e serafico come Carlsen, o passionale e coinvolto come Caruana. Lo spettatore può godersi il match scoprendo il velo di Maya di grandi maestri abili da sembrare sovraumani, ma con le pulsazioni che schizzano a mille, in posizioni complesse, oppure in zeitnot (cioè, quando si ha poco tempo sull’orologio), sfiorando alle volte la tachicardia. E’ un veicolo di spettacolarizzazione del gioco per le reti trasmittenti, gioco che nei piccoli e calmi gesti ha ben poco di spettacolare, ma che nasconde una dimensione umana che la tecnologia, in parte, può cogliere. E a Boario sarebbe servita, per esempio, per misurare i battiti di Guido Caprio, migliore prestazione individuale, 8,5 punti 9, conseguita in seconda scacchiera dopo anni, quasi dieci, di sostanziale inattività.
La partita: Carlo D’Amore vs Guido Caprio,
CIS Master 2025, 0-1
Il nero, in svantaggio prima dell’errore 53. Re3? ha un’unica chance per ribaltare la partita. Riesci a vedere come?