Cosa ci dicono i segni zodiacali dei grandi leader sul destino del mondo

Dimenticate trattati e strategie: per capire i leader mondiali basta leggere il loro oroscopo. Tra Gemelli istrionici, Vergini perfezionisti e Bilance inquiete, le stelle raccontano ambizioni, contraddizioni e destini politici con sorprendente (e spietata) sincerità

Altro che analisi geopolitiche, triangolazioni militari, dottrine strategiche e carte d’alta diplomazia. Il mondo, ormai, si spiega con l’oroscopo. Non perché sia più serio, ma perché è più onesto. I leader globali, al netto delle armi nucleari e delle delegazioni Onu, sono esseri umani sotto l’influenza delle stelle. Vediamoli per ciò che sono: una mappa del cielo con l’ego a favore.

Vladimir Putin – Bilancia (7 ottobre 1952)

Putin è Bilancia. Il segno dell’equilibrio, della diplomazia, dell’arte del compromesso. Un’ipocrisia zodiacale talmente perfetta da diventare metafora. In realtà, Putin interpreta la Bilancia come un gioco di pesi truccati: cerca equilibrio, ma solo dopo aver ribaltato il tavolo. Nei prossimi mesi potrebbe cercare un colpo teatrale, magari una “pace” che sembra una vittoria. Ma se bluffa ancora, qualcuno potrebbe finalmente smettere di giocare.

Donald Trump – Gemelli (14 giugno 1946)

Trump è Gemelli, e lo è in ogni singola diretta, post, deposizione e contraddizione. I Gemelli sono comunicativi, contraddittori, inafferrabili. L’unico piano coerente è dire tutto e il suo contrario entro mezzogiorno. E’ tornato nel suo habitat naturale: caos, luci della ribalta e confusione elevata a strategia. Il 2025 è il suo anno e stavolta non deve neanche inventarsi un colpo di stato: ha già le chiavi. L’unica costante sarà l’imprevedibilità.



Xi Jinping – Gemelli (15 giugno 1953)

Anche Xi è Gemelli come Trump. Ma la sua versione è muta, calcolatrice, bifronte: parla pochissimo, ma ogni parola pesa come un intero comizio occidentale. I Gemelli amano controllare la narrazione, e Xi l’ha fatto: un miliardo e mezzo di cittadini, un partito unico, nessun imprevisto in diretta. Però Mercurio retrogrado potrebbe confondergli un po’ i piani: Taiwan non sarà più così neutra come la vorrebbe.

Emmanuel Macron – Sagittario (21 dicembre 1977)

Sagittario fino al midollo: idealista, iperattivo, convinto che ogni idea meriti un paragrafo. Macron corre dietro a un’Europa che esiste solo nei suoi sogni di mezzogiorno. Plutone in Capricorno gli presenta il conto: le sue visioni strategiche sembrano sempre più monologhi teatrali, e meno piani d’azione. Ma se c’è un segno che non si scoraggia mai, è il Sagittario: può sbagliare mappa, ma non smette mai di cercare il prossimo traguardo.

Giorgia Meloni – Capricorno (15 gennaio 1977)

Capricorno in purezza: rigorosa, ostinata, strutturata. Governa come si compila un bilancio: ogni voce ha un peso, ogni emozione è una distrazione. Non si fida del caso, né delle emozioni. Con Urano che smuove le fondamenta, potrebbe iniziare ad adattarsi a ruoli più fluidi in Europa. Ma non aspettatevi colpi di teatro: il Capricorno costruisce con pazienza, e comunica solo dopo aver limato ogni parola. In ogni caso, non lo dirà prima di averlo spiegato in conferenza stampa da sola.

Keir Starmer – Vergine (2 settembre 1962)

La Vergine è il segno dell’ordine, della precisione, del fare senza urlare. Starmer è la Vergine che ti riordina la stanza senza che tu te ne accorga. Dopo l’orgia retorica dei Boris Johnson e la follia performativa dei Tories, Starmer sembra noioso. E lo è. Ma funziona. Le Vergini vincono con la costanza, non con gli slogan. E Potrebbe diventare l’uomo che riporta il Regno Unito a somigliare a se stesso. O almeno a un paese sobrio.

Mohammed bin Salman – Vergine (31 agosto 1985)

Anche lui Vergine, ma versione ipercontrollo saudita: ordine assoluto, estetica dominante, efficienza al servizio della visione. Mbs sogna città nel deserto e mondi paralleli alimentati da AI e petrolio ribrandizzato. Ma Saturno impone il conto alla realtà: Neom non è pronta, l’immagine del paese è ancora incerta, e il soft power non si compra solo con i gol di Cristiano Ronaldo. Il rischio è che, in mezzo alla visione, manchi la prospettiva umana.

Recep Tayyip Erdoğgan – Pesci (26 febbraio 1954)

Pesci enigmatico, mimetico, sempre in movimento. Erdogğan cambia pelle, tono, bandiera. Un giorno amico della Nato, il giorno dopo garante di Hamas, poi improvvisamente europeista. Continuerà a navigare nelle ambiguità. Ma a furia di ondeggiare, rischia di perdere la rotta. I Pesci si sentono chiamati a una missione superiore. La sua, al momento, sembra essere: restare. A qualunque costo.

Narendra Modi – Vergine (17 settembre 1950)

La terza Vergine in classifica, ma con spirito diverso: molto più narcisista. Modi è la Vergine spirituale, organizzativa, ossessiva. Guida l’India come si guida un colosso tech: brandizzato, compatto, polarizzante. I Vergine sono risolutivi e operosi, ma quando si convincono di avere ragione, possono diventare impermeabili al dissenso. Lui parla ovunque e intanto costruisce l’alternativa cinese. E quando l’occidente si sveglierà, lui sarà già seduto al tavolo.

Benjamin Netanyahu – Bilancia (21 ottobre 1949)

La Bilancia è il segno dell’equilibrio, ma quando la bilancia è quella del medio oriente, anche l’astrologia inizia a sudare. Netanyahu è una Bilancia con il coltello in mano che cerca l’equilibrio… a modo suo. Eppure, la Bilancia sa resistere anche sotto fuoco incrociato, e Bibi ha Venere in modalità “tessitore di sopravvivenze”: riesce sempre a rientrare in scena prima che partano i titoli di coda.

Luiz Inácio Lula da Silva – Scorpione (27 ottobre 1945)

Lula è Scorpione e lo si capisce dal fatto che è tornato dal nulla – o meglio, da una condanna e da una prigione – per riprendersi il Brasile. Gli Scorpioni non muoiono, riciclano il karma. Carismatico, vendicativo il giusto, Lula governa come chi ha un debito cosmico da riscuotere. E se deve farlo con qualche summit climatico o una stretta di mano col Brics, tanto meglio.

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