Si tratta di 400 mila mq nel cuore di Milano ancora in attesa di un futuro: tra verde, edilizia sociale e promesse di ascolto, il progetto resta fermo, ma il Comune prova a riaccendere i riflettori
Oscurato da altri piani di riqualificazione sempre alla ribalta (lo stadio, piazzale Loreto, gli ex scali ferroviari, la Beic) quello che da anni riguarda Piazza D’Armi fa fatica a trovare la giusta attenzione. Un errore se si pensa che si tratta di circa 400 mila metri quadrati – giusto per avere un’idea lo scalo di Porta Romana arriva a 190 mila – con enormi potenzialità di sviluppo in termini abitativi e di verde. La commissione Rigenerazione urbana svoltasi ieri è stata perciò un’occasione per fare il punto su questo oggetto misterioso, quasi dimenticato, visto che era presente lo stato maggiore di Invimit, la società controllata dal governo che dal 2015 sta cercando di dare un senso a questa ex caserma dismessa nella zona sud-ovest di Milano. Le aspettative di chi si credeva in un’accelerazione del progetto sono andate deluse: Stefano Scalera, amministratore delegato della società di gestione dei fondi, ha subito precisato che è in corso una rivisitazione del progetto. Si vuole dare massima attenzione agli stakeholder, capire meglio le esigenze del territorio, dare vita a una fase d’ascolto per poi aggiornare il piano. Per ora, insomma, non c’è un progetto, tant’è che l’ad si è presentato senza slide.
Siccome non siamo all’anno zero, l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi ha ricordato che il Pgt del 2019 prevede che il 75 per cento dell’area sia destinata a verde, il resto riguarda gli ex magazzini militari più o meno fatiscenti sui quali il Comune ha chiesto alla Soprintendenza di rimodulare il vincolo d’altezza. Obiettivo su cui l’assessore ha manifestato ottimismo, in caso di pronunciamento favorevole ci sarebbe la possibilità di realizzare 500 alloggi in edilizia residenziale sociale su 30 mila metri quadrati: ottima iniziativa, vista la fame di case, e che secondo Marcora (Fdl) dovrebbe tradursi nella “cittadella” per dipendenti del comune e forze dell’ordine. Proposta interessante ma prematura, perché dopo avere completato la fase di ascolto Invimit – come ha precisato Tancredi – dovrà presentare un piano attuativo da condividere con Palazzo Marino. Non si è parlato di cronoprogramma ma si può affermare senza timore che i tempi non saranno brevi. Di positivo dalla seduta di ieri arriva il messaggio che il Comune vuole dare una scossa alla situazione. Piazza D’Armi fa parte di una strategia di rafforzamento ambientale nell’area ovest della città, assieme e SeiMilano e all’ex Trotto, che porterà alla città altri 600 mila metri quadrati di verde. Al momento l’ex caserma è abbandonata, chiusa al pubblico, senza possibilità di un uso neppure parziale: proprio su questo tema si sono soffermati alcuni commissari che, in considerazione dei tempi lunghi di recupero, hanno chiesto che si apra alla città almeno una parte dell’area. Difficile che si arrivi ad una risposta positiva, dopo 25 anni di abbandono in cui si sono formati anche insediamento abusivi di cui non c’è neppure la certezza che siano terminati.