In Europa i listini azionari sono tutti in rosso. Vendite anche sui titoli di stato americani. Lo spread si allarga a 130 punti. Nikkei chiude a -3, tengono i cinesi che scommettono su interventi imminenti delle autorità di Pechino per stabilizzare i mercati
Ancora turbolenze sulle Borse europee dopo il tentativo di rimbalzo di ieri, nel giorno in cui sono entrati in vigore i dazi reciproci del 20 per cento imposti dall’amministrazione Trump nei confronti di 60 paesi. Il presidente americano ha annunciato inoltre che presto ci saranno tariffe anche sul settore farmaceutico. Vendite anche sui titoli di stato americani, in particolare sulle scadenze più lunghe: il rendimento del Treasury a 30 anni è salito di 25 punti base ai massimi dal novembre 2023. I future dell’Euro Stoxx viaggiano in calo del 3,33 per cento; sulla falsa riga anche i future dei listini principali con Milano, Parigi e Francoforte che lasciano sul terreno oltre il 3 per cento, in scia alle performance di Wall Street (che ha chiuso con lo S&P in calo dell’1,5 per cento) e soprattutto dei mercati asiatici con il tracollo del Nikkei che chiude le contrattazioni a meno 3. Fanno eccezione solo i listini cinesi, che hanno chiuso in positivo scommettendo su interventi imminenti delle autorità di Pechino per stabilizzare i mercati. In queste ore infatti è entrata in vigore anche la barriera al 104 per cento imposta alla Cina dagli Stati Uniti e, secondo quanto riferisce Reuters, i principali leader cinesi hanno intenzione di convocare un incontro già oggi per discuterne.
In Europa, mentre la Commissione Ue si è detta disposta a trattare con l’America pur assicurando che, in caso di mancato accordo, il bazooka per rispondere resta sul tavolo, i listini azionari sono tutti in rosso. La Bce ha deciso di convocare delle call con le banche vigilate per fare il punto sulle perdite da trading, liquidità e default dei clienti. A pochi minuti dall’apertura odierna dei mercati Piazza Affari torna a cedere terreno: il Ftse Mib scende del 2,30. Ieri la premier Giorgia Meloni ha incontrato le imprese e messo sul tavolo quattordici miliardi di euro dal Pnrr, undici dai fondi di coesione, sette dal piano sociale per il clima. Totale: 32 miliardi di euro, d’intesa con Bruxelles. “Da subito – ha detto – intendiamo attivarci per avviare un forte negoziato con la Commissione Ue per un regime transitorio sugli aiuti di stato e una maggiore flessibilità nella revisione del Pnrr, nell’utilizzo dei fondi di coesione e nella definizione del Piano sociale per il clima”. E intanto lo spread si allarga. Sul reddito fisso, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il Bund tedesco di pari durata si è attestato a 130 punti, in deciso aumento rispetto ai 122 punti della chiusura di ieri. In aumento anche il rendimento del BTp decennale benchmark al 3,96 per cento rispetto al 3,85 per cento della chiusura della vigilia.