Giorgetti il sovranista. I francesi di Stm bocciano il suo candidato Marcello Sala. Il ministro: “Inacettabile, lo ripresentiamo”

Il direttore del Tesoro viene bocciato per le sue dichiarazioni. I francesi gli chiedono l’abiura, il Mef sfiducia il vertice francese e risponde che rilancia con la ricandidatura di Sala e con azioni di responsabilità

Roma. L’elettronica manda in cortocircuito i rapporti Francia-Italia. Il candidato italiano viene bocciato, l’Italia non ci sta e lo ripropone. La società è la Stm, azienda di semiconduttori partecipata dal Mef e dalla banca francese, Bpi France, con due stabilimenti in Italia, Alzano e Catania. L’ad è francese, Jean Marc Chery, il comitato di sorveglianza è composto da nove membri, tre per l’Italia, tre francesi, tre indipendenti. Il ministro dell’Economia Giorgetti indica Marcello Sala, il direttore delle partecipate del Mef, come membro nel comitato, ma il presidente del comitato, francese, ieri, lo boccia, con una lettera, per presunte dichiarazioni di Sala. Per Giorgetti la decisione è “incomprensibile, gravissima, inaccettabile”.



Vista dall’Italia, dal Mef, è una decisione che rischia di compromettere rapporti, vista dal management francese la candidatura italiana è inopportuna, solo che la candidatura è pesantissima, è quella del direttore delle partecipate del Mef, Sala, il numero due del Mef insieme all’altro direttore generale Riccardo Barbieri d’Hermitte. La società che fa litigare è la Stm, una joint venture, Italia-Francia, guidata da un management che non ha mai convinto Giorgetti. L’ad sostenuto dall’Eliseo è Chery, il presidente del comitato di sorveglianza è Nicola Dufourcq, ad della Banca Bpi France.

Nel 2024 i ricavi di Stm sono calati del 23,2 per cento così come gli utili, e contro la società ci sono due class action avviate in America. L’accusa è di non avere parlato in maniera chiara, di non essere stato trasparente sulle prospettive di business. A Chery viene contestata la vendita di titoli, oltre 8 milioni di euro, a ridosso dell’annuncio del profit warning, la riduzione degli utili. Per l’Italia il suo piano industriale è insufficiente, non valorizza gli stabilimenti di Alzano e Catania. Giorgetti chiede da mesi un cambio di governance, si moltiplicano le azioni, si parla della possibilità, da parte del governo italiano, attraverso i membri in consiglio, di mettere il veto sulle delibere. Chery incassa, il Mef lascia filtrare che lo scontro non è tra paesi, non è una battaglia Italia-Francia, e che si tratta semplicemente di una valutazione su un management che viene definito “inadeguato”. Il 20 marzo, per accelerare il cambio di guida, si dimette il membro italiano Maurizio Tamagnini, ma lascia anche l’altro membro, Donatella Sciuto. Al posto di Sciuto, il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, designa Simonetta Acri, mentre Giorgetti candida Sala per sostituire Tamagnini. Il comitato vota e ieri la sorpresa: la bocciatura di Sala. La ragione? Ha parlato male di noi. In una lettera arrivata al Mef, il presidente del comitato di sorveglianza, Dufourcq, mette nero su bianco che la bocciatura si deve ad alcune dichiarazione di Sala sui quotidiani economici, che sono in verità retroscena.

Il senso della lettera dei francesi, una lettera che per il Mef non avrebbe nessuno precedente, un inedito, è semplice: se Sala vuole ricoprire l’incarico deve fare abiura di quanto dichiarato e lo votiamo. Il Mef non solo non vuole abiurare ma interpreta il gesto come ultimo atto di una disputa industriale, sui numeri che non ha nulla a che vedere tra paesi. Per l’Italia il management di Stm da oltre vent’anni si è perpetuato, i francesi usano il loro cinquanta per cento per resistere. Che fare? Il Mef intende preparare un’azione di responsabilità nei confronti del consiglio di sorveglianza perchè sarebbe stato leso il diritto italiano, nient’altro che un tentativo di depotenziare la presenza italiana nella governance. Significa che è intenzione del Mef ripresentare la candidatura di Sala, direttore che negli scorsi giorni era stato indicato da Cdp, alla presidenza di Nexi. Il Mef la ripresenterà dato che la bocciatura, per Giorgetti, è “un’azione ingiustificabile” che rischia di guastare in maniera “profonda” il legame con la Francia.

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  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio

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