Dopo ore di dilemmi, alla fine la segretaria scioglie la riserva: da Conte il Pd ci va, ma senza lei. Gli imbarazzi dei riformisti
Esserci o non esserci, oggi, dal Pd, alla manifestazione no-Rearm con il leader Cinque Stelle Giuseppe Conte (che non a caso, a intermittenza, ha rinnovato l’invito alla silente segretaria del Pd: Elly, confido nella tua presenza) e anche con la tiktoker napoletana Rita De Crescenzo, fresca di incontro con Maria Rosaria Boccia e pronta a lanciare l’opa sulla piazza con i suoi milioni di follower (dice di volersi candidare come Moana Pozzi e crea problemi non a Schlein ma a Giuseppe Conte). Esserci o non esserci — e come esserci — questo è il problema, e in serata la segretaria Pd infine scioglie la riserva dopo ore misteriose. In piazza non ci sarà lei, ma una delegazione: Francesco Boccia, Marco Furfaro, Igor Taruffi, Annalisa Corrado, Antonio Misiani, Emiliano Fossi, Cecilia D’Elia, Cristina Tajani, Marco Sarracino, Susanna Camusso, Sandro Ruotolo. “Se un alleato manifesta diamo ascolto, al di là delle differenze, perché siamo testardamente unitari”, dice Schlein, inerpicandosi sul terreno impervio del distinguo necessario a tenere insieme diavolo e acqua santa: “Le nostre posizioni non sono le stesse su tutto, ma condividiamo una forte critica alla corsa al riarmo dei 27 Stati europei e alle proposte di riarmo della Commissione e condividiamo invece la prospettiva verso una difesa comune europea, che non deve sottrarre risorse al sociale e alla coesione”. E le distanze? L’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini, dem molto critico con le posizioni contiane, le sottolinea: “Ho pieno rispetto di ogni manifestazione”, dice al Foglio: “Dopodiché partecipo alle manifestazioni di cui condivido la piattaforma: questa è molto lontana dalle mie posizioni. E, secondo me, anche da quelle del Pd”.
Fatto sta che la segretaria, pur soffermandosi sulla divergenza non da poco con il M5s sull’Ucraina, cerca di mostrare il bicchiere mezzo pieno della “convergenza sulla necessità che l’Unione europea lavori e negozi per la pace sia per l’Ucraina che per il Medio Oriente”. Intanto, però, al corteo degli studenti per le vie di Roma, qualcuno ieri mattina ha bruciato una bandiera della Ue, facendo accappponare la pelle ai dubbiosi dem (“pensa se succede alla manifestazione di Conte e noi siamo lì”, dice un parlamentare della minoranza, Cassandra inascoltata). Esserci o non esserci e come esserci: questo era il problema di una vigilia resa ancora più misteriosa dal fatto che, da due giorni, la segretaria e i deputati si trovavano in “conclave” di riflessione politica a porte chiuse in quel di Gattatico, nei pressi di Reggio Emilia, in un luogo simbolo della Resistenza, nel museo dedicato ai sette fratelli Cervi, uccisi dai fascisti nel 1943. Che fare, dunque, divisi come si è, fin da Strasburgo, sulla linea da prendere in Europa e non solo? Il mistero fitto lasciava trapelare qualche informazione: Schlein, prima del seminario con i deputati (dove i temi principali erano quelli: Europa, America, Ucraina, dazi) si commuoveva ricordando la strage dei fratelli Cervi: “Noi abbiamo davanti sfide nuove, che non sono le stesse, ma non vanno sottovalutate”, diceva. “Quello che è in gioco oggi è la democrazia e i principi dello stato di diritto. E chi la sta picconando, lo fa attraverso l’uso di strumento democratici. Mettiamoci a lavoro, vinceremo questa sfida”. Intanto c’è da superare la giornata di oggi. E quasi quasi c’è chi, nel Pd che pencola tra il vado e il non vado, scherzando dice di “invidiare chi ha altri impegni istituzionali”.
Li ha l’ex ministro per il Sud e responsabile Esteri dem Peppe Provenzano, in volo per Ankara, nella Turchia squassata dalle proteste per l’arresto del sindaco di Istanbul. Il Pd di minoranza riformista intanto guarda e tace, tenendosi lontano dalla piazza dei Cinque Stelle, cui i follower della De Crescenzo rovinano quella che era vista come una festa. Tanto che, forse per distogliere l’attenzione, dal M5s ci si mette a rivolgere inviti a chi ha detto chiaro che non la pensa come Conte, per esempio all’eurodeputata dem e vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno, chiamata (invano) a partecipare dalla deputata m5s Vittoria Baldino (in nome del confronto, dice Baldino). Esserci o non esserci, nella piazza di Conte, questo è il dilemma, ma il crollo in Borsa “come l’11 settembre” offre a Schlein l’occasione per cercare compattezza su altro: l’avversario è la destra, dice, si pensi ai salari, si pensi alle famiglie, si faccia come Pedro Sanchez. Sì, ma la Spagna è lontana, la piazza di Conte no. E il Pd deve evitare l’effetto “che ci faccio qui?”, come diceva Bruce Chatwin.