Per il 60 per cento degli americani la Trumpeconomics è un flop. Domani l’annuncio dei dazi: “Saremo gentili”

In America solo 4 persone su 10 hanno un’opinione positiva del modo in cui il presidente sta gestendo l’economia. Pesa l’incertezza su mercati, consumatori (anche repubblicani) e industria

Domani Donald Trump annuncerà i dazi che scatteranno contro tutti i paesi “che hanno approfittato degli Stati Uniti”. Ma alle porte del “liberation day”, la popolarità del tycoon fra i cittadini cade a picco. Circa la metà degli adulti statunitensi approva l’approccio trumpiano sull’immigrazione, ma solo 4 su 10 hanno un’opinione positiva del modo in cui sta gestendo l’economia e i negoziati commerciali. A rilevarlo è l’ultimo sondaggio condotto dall’Associated press e Norc center for public affairs research secondo cui le continue minacce di dazi non hanno che minato la fiducia dei consumatori, oltre che dei mercati.

Sul versante finanziario i numeri parlano chiaro. Qualche settimana fa tutti i titoli americani più grandi (bancari compresi) scontavano cali a doppia cifra a Wall Street, tanto da convincere esperti e analisti a parlare di rischio recessione. Le piazze europee oggi tentano il rimbalzo dopo il tonfo di ieri, dove a perdere di più è stata proprio Piazza Affari (-1,72 per cento), seguita poi da Francoforte, Parigi e Londra. Complessivamente, l’incertezza ieri ha fatto bruciare alle borse europee circa 245 miliardi di capitalizzazione.

Di conseguenza, la fiducia incassata da Trump all’alba del suo mandato si è erosa in poco tempo. Fra tutte le 1.229 opinioni raccolte tra 20 e 24 marzo nel sondaggio, quelle sono negative superano quelle positive: circa 4 adulti americani su 10 disapprovano fortemente il lavoro condotto finora da Trump, mentre circa 2 su 10 lo approvano. Guardando più precisamente all’economia, 6 adulti americani su 10 valutano negativamente i negoziati commerciali che il presidente sta mandando avanti con altri paesi. Il calo di consenso si registra anche nella sua base elettorale. Circa 7 repubblicani su 10 approvano la sua gestione del commercio: una percentuale ancora piuttosto alta, ma ben inferiore ai circa 9 su 10 che approvano il suo approccio all’immigrazione.

Non ci sono anticipazioni in merito ai dazi reciproci che saranno annunciati il 2 aprile. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato ieri però che la sua amministrazione sarà “molto gentile” con i partner commerciali della prima potenzia mondiale. Secondo l’emittente televisiva “Cnn”, il presidente e i suoi collaboratori hanno organizzato una conferenza stampa di alto profilo per quello che l’inquilino della Casa Bianca ha già definito il “giorno della liberazione” dalle iniquità imputate ai partner commerciali degli Stati Uniti. Stando alle anticipazioni disponibili, Trump darà l’annuncio dal Giardino delle rose della Casa Bianca, per la prima volta dall’inizio del suo secondo mandato. Non è escluso, secondo indiscrezioni della stampa statunitense, che i dazi annunciati domani si limitino a specifici settori economici.

Fra i comparti interessati dovrebbe ricadere anche l’automotive, con un dazio del 25 per cento sulle automobili e sui componenti importati dall’estero. Nonostante la misura (che dovrebbe entrare in vigore il 3 aprile) preoccupi un settore già aggravato da risultati commerciali piuttosto precari (specialmente in Europa), durante un incontro con Trump avvenuto nella notte italiana tra lunedì 31 e martedì 1 aprile, il presidente di Stellantis John Elkann non avrebbe chiesto di sospendere i dazi minacciati. Il colloquio si è incentrato in particolare sugli standard ambientali: “Li riporteremo a un livello che è ottimo dal punto di vista ambientale e che consente di costruire” auto, ha spiegato il presidente americano.

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