Il comune di Avetrana si appella al buon cuore della Disney

Se sindaci e governatori si ricordassero che ogni volta che ricorrono a giudizio i processi li pagano con i contributi dei loro cittadini, forse i tribunali sarebbero più vuoti e le casse dei comuni più piene

La fiction Disney sul delitto di Avetrana è andata in onda lo scorso ottobre. Ma non con il titolo scelto dagli autori, “Avetrana”, perché il tribunale di Taranto accolse la sospensiva voluta dal sindaco che aveva chiesto di poter vedere la serie tv prima della messa in onda “per appurare se l’associazione del nome della cittadina all’adattamento cinematografico susciti una portata diffamatoria rappresentandola quale comunità ignorante, retrograda, omertosa, eventualmente dedita alla commissione di crimini efferati di tale portata, contrariamente alla realtà”. Cioè secondo il sindaco per i telespettatori tutti i cittadini di Avetrana sono zio Michele.

Il tribunale decise di sospendere cautelarmente la messa in onda, e la fiction diventò “Qui non è Hollywood”. E’ palese la diversa riconoscibilità, portata e impatto, del titolo revisionato. Il comune aveva già vietato di girarla ad Avetrana, perché la città “è inserita dalla regione Puglia nell’elenco dei comuni ad economia prevalentemente turistica come Città d’arte”. Come se nelle città d’arte fosse vietato commettere omicidi consentiti nelle città industriali. Il tribunale però a distanza di sei mesi ha discusso la causa, rigettando il ricorso del sindaco. Che ora si appella al buon cuore della Disney, sperando che “il buon senso prevalga sulle logiche del profitto. Il nome della nostra città è già stato fin troppo associato a una vicenda dolorosa. Riproporlo nel titolo della serie rischia di riaprire una ferita e ledere ancora una volta la dignità della nostra comunità, che non ha prezzo”. Ma non farà appello, perché “le casse del comune non possono permetterselo”.

Ecco, se sindaci e governatori si ricordassero che ogni volta che ricorrono a giudizio i processi li pagano con i contributi dei loro cittadini, forse i tribunali sarebbero più vuoti e le casse dei comuni più piene. Ora la fiction potrà tornare a chiamarsi “Avetrana”, peccato sia già andata in onda da un pezzo. I ricordi non li sceglie né un tribunale, né un sindaco.

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