Meloni e il protezionismo: Trump non l’ha inventato, ma è peggio di Biden

Anche il precedente presidente degli Stati Uniti era protezionista, ma con l’attuale c’è un salto di qualità. La premier e l’intervista al Financial Times

Credete che il protezionismo sia un’invenzione di Trump? La domanda retorica con cui Giorgia Meloni ha risposto ieri al Financial Times sulla guerra commerciale scatenata dal presidente americano è meno retorica e meno ovvia di quanto appaia. Non c’è dubbio, come dice la premier, che le restrizioni al commercio internazionale abbiano avuto negli ultimi anni un’accelerazione a livello globale, che non è certo iniziata il 20 gennaio 2025. Negli Stati Uniti, la prima Amministrazione Trump ha fatto un uso assai disinvolto dello strumento dei dazi. Il suo successore, Joe Biden, non solo ha conservato le tariffe ereditate ma ha rilanciato, aggiungendovi i sussidi fortemente asimmetrici dell’Inflation Reduction Act che danno un grande peso al “local content” dei prodotti incentivati.

Quindi Meloni ha ragione: il protezionismo non l’ha inventato Trump. Ma fermarsi qui, per usare lo stesso termine impiegato dalla premier in relazione alla scelta tra Europa e Stati Uniti, sarebbe infantile. Chiunque può vedere il cambio di passo imposto dall’attuale inquilino della Casa Bianca, il quale sta rovesciando sul mondo una valanga di dazi senza precedenti per entità degli aumenti, numerosità dei paesi colpiti e rapidità delle modifiche. Le misure già annunciate porterebbero il livello medio di protezione daziaria sui beni importati negli Stati Uniti dall’attuale 2,7 per cento a circa l’8 per cento (contro il 2 per cento europeo). E’ il livello più alto da 75 anni e non tiene ancora conto del programma per i dazi “reciproci” che verrà annunciato il 2 aprile, i cui contorni non sono ancora chiari ma che, sulla base delle anticipazioni, non porterà certo a una moderazione nell’atteggiamento di Washington. Insomma: se è vero che l’attuale Amministrazione americana si pone in scia con quella precedente, è pure vero che lo fa con un modo e una violenza inediti. Sempre per restare coerenti con la retorica di Meloni, dunque, arginare il trumpismo è oggi il cuore del nostro “interesse nazionale”.

Di più su questi argomenti:

Leave a comment

Your email address will not be published.