Il premier Anthony Albanese ha indetto le elezioni generali per il 3 maggio. La situazione australiana somiglia molto a quella del Canada, dal momento che le elezioni si giocheranno sui rapporti con l’America e con Donald Trump. Sul tavolo anche economia e immigrazione
Ieri il premier australiano Anthony Albanese ha annunciato le elezioni generali, che si terranno il 3 maggio prossimo (in Australia si tengono per legge ogni tre anni, e Albanese aveva tempo fino al 17 maggio per indirle). Tra meno di una settimana si vota dunque anche nel cosiddetto “down under”, ma la campagna elettorale era già iniziata da tempo. Perché la situazione australiana per molti aspetti somiglia a quella del Canada, dove parte del dibattito pubblico riguarda i rapporti con l’America e il nuovo mondo creato da Donald Trump, fatto di minacce, dazi e relazioni con gli alleati che diventano nemici. Tre anni fa, dopo dieci anni all’opposizione, il Partito laburista di Albanese era riuscito a sfilare la maggioranza ai conservatori anche grazie all’impopolare esecutivo guidato da Scott Morrison.
Secondo gli osservatori, le elezioni si giocheranno sui temi economici, dell’immigrazione, e sulle influenze straniere: a quella cinese – Canberra ha un enorme problema nei rapporti con Pechino, proprio come Ottawa – si aggiunge questa volta anche quella di Trump. Il primo ministro ha detto che ciò conta oggi “non è quello che sta accadendo in altre parti del mondo”, ma sa che è una bugia. Era stato Morrison a firmare nel 2021 l’alleanza strategica di Difesa con America e Regno Unito denominata Aukus, ma poi Albanese aveva rinnovato gli accordi con l’ex presidente Biden, che voleva rafforzare le alleanze anche in chiave anti Russia, Cina e Iran. Era stato il ritorno sulla scena globale dell’Australia, che ora però rischia il trattamento Canada. A sfidare Albanese per il Partito liberale c’è Peter Dutton, che aveva preso la leadership del partito dopo la sconfitta di Morrison. Di Brisbane, ex poliziotto, è l’uomo law and order che stima Trump e dice di essere in grado di gestirlo, e poi che l’Australia deve fare l’Australia (ha criticato la vicinanza del governo a Israele e Ucraina). Albanese invece in passato ha detto “delle cose orribili” su Trump, e i suoi collaboratori, scriveva ieri l’Abc, lo stanno pregando di recuperare. Per ora Dutton è leggermente sopra nei sondaggi.