Il PiS polacco fa campagna per il leader del partito Aur, George Simion, che corre alle presidenziali romene e ha una posizione sulla Russia a dir poco morbida. Dubbi
La Polonia e la Romania, ha detto in un video l’ex primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, dovrebbero cooperare per la sicurezza e lo sviluppo di tutta l’Europa e la miglior garanzia è la vittoria di George Simion alle elezioni presidenziali romene. Simion è il leader del partito Aur che al Parlamento europeo siede tra i conservatori di Ecr, ma contrariamente a partiti come il PiS polacco, di cui fa parte Morawiecki, e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni ha una posizione sulla Russia a dir poco morbida.
Simion ha buone possibilità di vincere, ha preso il posto di Calin Georgescu, l’indipendente che aveva vinto a sorpresa e oggi è oggetto di un’inchiesta per indagare un piano sovversivo molto ampio che rispondeva probabilmente a Mosca e quindi metteva a rischio la sicurezza della nazione. Simion ha copincollato la campagna elettorale di Georgescu, con forti accenti sulla decisione, che definisce antidemocratica, delle autorità romene di bandire il candidato dalla corsa elettorale. Ci sarebbe molto da rovistare sulle inadempienze delle autorità romene che non hanno controllato per tempo la candidatura di Georgescu, ma resta il fatto che l’accusa di essersi asservito alla richiesta di una potenza straniera come quella russa è molto grave. Simion rivendica le posizioni di Georgescu, non solamente quelle nazionali che mescolano messaggi sovranisti e razzisti, ma anche quelle internazionali antiucraine e molto vicine alla Russia.
Il PiS rivendica di essere un baluardo antirusso, è stato pronto e reattivo quando governava la Polonia ad assumere un ruolo chiave nella difesa di Kyiv e nella condanna di Mosca ed è inspiegabile oggi questa partecipazione di Morawiecki nella campagna di Simion. A meno che le posizioni atlantiste e antirusse non siano poco più che un vessillo da sventolare all’occorrenza, il PiS dovrebbe condannare le posizioni di Simion e di Aur. Meloni ha scelto una strada diversa, ha lasciato a Salvini la difesa di Georgescu ma anche il suo partito dovrebbe domandarsi: è tollerabile la presenza di Aur in Ecr?