Difesa di sinistra del kit che prende sul serio le minacce. Intervista a Sven Mikser

L’ex ministro della Difesa dell’Estonia liquida le polemiche sul kit europeo di sopravvivenza anticrisi e risponde alle accuse di bellicismo che arrivano da Salvini, Orbàn e altri. E dice che occorre “far comprendere ai cittadini che l’Europa e la sua democrazia vanno difese”

Strasburgo. “Giusto mantenere la calma, ma come europei, e come socialisti, dobbiamo imparare a prendere le minacce esterne molto più sul serio”. A respingere le accuse di bellicismo al piano anticrisi della Commissione europea è Sven Mikser, eurodeputato socialista estone, due volte ministro della Difesa del suo paese. Mikser è oggi responsabile per la Difesa del gruppo dei Socialisti e democratici e, parlando al Foglio, liquida le polemiche sul kit europeo di sopravvivenza anticrisi e spiega che la posizione del suo gruppo è quella “di far comprendere ai cittadini che l’Europa e la sua democrazia vanno difese”, non quella di far spallucce davanti ai conflitti che ci circondano.



A chi, oggi in Europa, non vuole sentir parlare di guerra, l’estone ricorda che “l’aggressione russa contro l’Ucraina ha chiarito che i conflitti militari convenzionali, ovvero le guerre, non sono più una cosa del passato ed è necessario prepararci anche a queste eventualità”, spiega Mikser, nato in Unione sovietica e originario di Tartu, cittadina estone che oggi dista meno di 50 chilometri dal confine russo. Ma per il socialista la guerra non è l’unica emergenza da affrontare. “Ci sono anche molte altre minacce di natura ibrida a cui è giusto imparare a prepararci”, spiega l’estone, che al Parlamento europeo siede nelle commissioni Difesa e Affari esteri. “La resilienza inizia da una buona consapevolezza della situazione e dalla capacità di valutare tutte le minacce, siano esse di natura militare, disastri naturali, disastri industriali o attacchi alla cybersicurezza. La popolazione deve essere informata sulle potenziali vulnerabilità e minacce, ma certamente in un modo che non provochi panico inutile”.



Eppure, a Roma come a Bruxelles, i ripetuti avvertimenti dei politici dei paesi Baltici vengono spesso tacciati di esagerazione, paranoia o più semplicemente “ossessione” verso un pericolo russo apparentemente impossibile da percepire per chi siede comodamente a migliaia di chilometri di distanza. Opinioni che il socialista non riesce a comprendere, “ci sono molti attori autoritari nel mondo, a partire dalla Russia ma non solo, che vorrebbero vedere la disintegrazione del progetto europeo nel suo complesso e usano le nostre debolezze per seminare discordia e disunione, per creare sfiducia nelle persone verso le istituzioni europee. Attori autoritari che possono interferire nelle elezioni, nei processi democratici ovunque in Europa. E questi attacchi non saranno necessariamente limitati alla parte nord-orientale del continente, anzi, potranno riversarsi anche sulla parte mediterranea. Quindi penso che la preparazione sia una cosa necessaria ovunque”.



Queste parole sono spesso prese in scarsa considerazione anche all’interno del suo stesso gruppo, dove qualcuno, dalle latitudini più mediterranee, sbuffa contro gli allarmismi dei cosiddetti “frontalieri”, come li chiama chi li guarda con diffidenza. I mal di pancia però non cambiano la linea del gruppo, che è e rimane quella di Mikser: “La linea del centro-sinistra, della famiglia socialdemocratica in Europa, è quella di prendere molto sul serio le minacce, sia esterne sia interne. Pensiamo che l’Europa sia essenzialmente un progetto di pace, un progetto unico nel suo genere, in quanto ha mantenuto la pace e la sicurezza e ha portato prosperità al nostro popolo per molti, molti decenni. Dobbiamo dunque imparare a proteggere e difendere questo progetto dalle minacce esterne così come dall’ascesa del populismo e dell’estremismo all’interno della nostra società”. Non è un caso, infatti, che contro il piano anticrisi dell’Ue si stia schierando proprio l’internazionale populista, a Roma come a Bruxelles. Ma alle accuse di bellicismo pericolosamente simili che arrivano da Matteo Salvini a Giuseppe Conte o da Viktor Orbán a Jean-Luc Mélenchon, Mikser risponde con la pacatezza tipica della sua regione: “E’ estremamente importante comprendere i rischi esterni che ci circondano e non soccombere alle narrative delle forze illiberali antieuropee, di estrema destra e di estrema sinistra. In questo momento, è di fondamentale importanza che le forze pro europee e pro democratiche del centrodestra e del centrosinistra lavorino insieme per sostenere e proteggere il progetto europeo. E’ il nostro dovere di cittadini, di europei e di socialdemocratici”.

Di più su questi argomenti:

Leave a comment

Your email address will not be published.