I nostri politici possono cercare ogni forma possibile di convivenza con le proprie contraddizioni, con i propri elementi di surrealismo, ma quando vanno in Europa la verità emerge come neve al sole
Succede sempre così. In Italia, la politica può cercare ogni forma possibile di convivenza con le proprie contraddizioni, con i propri elementi di surrealismo, ma quando si va in Europa la verità emerge come neve al sole. Succede a destra, al centro e a sinistra.
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A destra il quadro è evidente: si va in Europa, si va in ordine sparso, si va con Forza Italia che gioca la parte europeista, con la Lega che gioca la parte anti sistema, con Meloni che cerca di mediare tra le due parti, ma alla fine il pendolo del governo va da una parte, e quando si va in Europa si sceglie da che parte stare e la parte in cui la maggioranza ha scelto di stare almeno finora è quella dell’Europa, non quella di Salvini. Vista da fuori, vista da fuori dall’Italia, l’esperienza del governo Meloni rappresenta una magia unica, irresistibile, improbabile da capire, ma il punto è sempre quello: nel nostro paese, destre inconciliabili riescono a stare insieme, pur essendo divise su tutto, ma quando vanno in Europa non riescono a essere unite su nulla, o quasi, vedi il piano del riarmo.
Stessa storia per il centro, che solo in Italia, pur essendo macroniano, riesce a essere diviso.
E stessa storia per la sinistra, che pur sentendosi europeista in verità si sta spostando così tanto verso il grillismo da essere ormai un corpo estraneo nel Pse. L’Europa è lo specchio delle contraddizioni dei partiti. E quando l’Europa si specchia in Italia un po’ sorride e un po’ si dispera.