L’intelligence austriaca svela una vasta campagna di disinformazione russa con l’obiettivo di manipolare i cittadini contro l’Ucraina e trovare un altro paese simpatizzante all’interno dell’Ue. Tra tentativi di infiltrazione del Cremlino e il rischio di guerra ibrida contro l’Europa
Berlino. La Direzione sicurezza e intelligence (Dsn) dell’Austria ha rivelato negli scorsi giorni “una vasta campagna di disinformazione russa in Austria” a partire dal 2022, con l’obiettivo di manipolare i cittadini contro l’Ucraina, diffondendo materiale digitale e analogico con slogan di estrema destra fintamente pro Kyiv, allo scopo di nutrire la propaganda del Cremlino sull’Ucraina nazista.
La scoperta della Dsn è avvenuta durante le indagini contro una donna bulgara, arrestata in Austria a dicembre e accusata di far parte di una rete che spiava per Mosca giornalisti e alti funzionari di sicurezza austriaci. La donna ha confessato il suo coinvolgimento e avrebbe anche collegamenti con una nota cellula di cittadini bulgari condannati questo mese nel Regno Unito per spionaggio in favore della Russia. La stessa cellula inglese che, non certo casualmente, sarebbe stata manovrata dall’austriaco Jan Marsalek, spia russa ed ex manager ricercato dall’Interpol per la bancarotta fraudolenta dell’azienda finanziaria tedesca Wirecard, probabilmente fuggito a Mosca nel 2020. Questi intrecci europei trovano in Austria uno dei fulcri, cioè nelle storiche specificità di un paese membro dell’Unione europea ma non della Nato, in cui i tentativi di infiltrazione del Cremlino sono da sempre molto significativi.
“Il caso e soprattutto le reti di cui si è venuti a conoscenza dimostrano che il network ipotizzato intorno al dirigente di Wirecard Jan Marsalek era apparentemente più grande e più attivo di quanto si sapesse in precedenza. Dimostra inoltre chiaramente che l’Austria è l’obiettivo di operazioni di influenza”, spiega Paul Schliefsteiner, direttore del Centro austriaco per gli studi su intelligence, propaganda e sicurezza (Acipss). La campagna di disinformazione antiUcraina era in lingua tedesca ma appositamente indirizzata all’Austria. “La Russia potrebbe ritenere che i suoi messaggi possano trovare terreno più fertile in questo paese che in Germania o in Svizzera. Di conseguenza, Mosca potrebbe sperare di ottenere, se non un ‘alleato’, forse un altro simpatizzante all’interno dell’Ue”, dice Schliefsteiner: “Non va poi certo sottovalutata l’interazione tra Germania e Austria, e in parte anche con la Svizzera, in termini di spazio mediatico condiviso, soprattutto online. In altre parole, si può pensare che se si riesce a esercitare un’influenza in Austria, questa si diffonderà quasi certamente in Germania, e viceversa.”
Emerge così l’idea dell’uso dell’opinione pubblica austriaca come ponte di partenza che faciliti operazioni nel cosiddetto mondo Dach (l’area linguistica tedesca). Anche politicamente, l’Austria è stata anticipatrice rispetto alla Germania del progressivo rafforzarsi di una destra nazionalista-populista come l’Fpö, partito da anni orientato verso Mosca e precursore del modello riprodotto dall’AfD tedesca.
La storica neutralità austriaca “rimane un fattore che spiega il ruolo dell’Austria come hub di spionaggio e del ‘grande gioco’ delle potenze, ma non è l’unico”, sottolinea Schliefsteiner: “Altri fattori sono la posizione geografica: vicina ai Balcani, a parti dell’Europa orientale, ma anche a importanti aree industriali come la Germania meridionale e l’Italia settentrionale”. E ora, nel mezzo delle accelerazioni internazionali, “si può ipotizzare che il ruolo dell’Austria – e quindi le sfide per questo paese – aumenteranno con il mutare della situazione geopolitica”.
Nel frattempo è possibile notare come l’intelligence di Vienna possa potenzialmente mostrare più attenzione verso la guerra ibrida contro l’Europa. Il caso Marsalek (in cui è coinvolto anche l’agente dei servizi austriaci Egisto Ott, altra presunta superspia di Mosca) così come diversi altri scandali e conflitti politici hanno contribuito alla dissoluzione nel dicembre 2021 del vecchio servizio segreto austriaco Bvt (Ufficio federale per la protezione della Costituzione e l’antiterrorismo) sostituito con l’attuale Dsn. Il Bvt era considerato tanto ambivalente che diverse agenzie euro-occidentali avrebbero evitato preventivamente la condivisione di intelligence con l’Austria. Operazioni contro la guerra ibrida di Mosca come quella presentata questa settimana dal nuovo Dsn, al contrario, sono esempi della collaborazione di Vienna con i partner europei e occidentali.