Affidereste una mediazione a D’Alema?

Un politico che cerca di accreditarsi come mediatore di rango, ma ha un passato di iniziative non riuscite e tentativi disastrosi. Alla lunga storia dei flop diplomatici dell’ex presidente del Consiglio mancava solo Zelensky

La versione 2025 e di sinistra di “comprereste un’auto usata da quest’uomo?” è indubitabilmente: “Affidereste una mediazione internazionale a quest’uomo?”. L’uomo, politico sul viale del tramonto ma sul cui universo di contatti e riferimenti non tramonta mai il sole, è Massimo D’Alema. La sua ultima performance da gran “consigliori” diplomatico pro bono l’ha raccontata a un convegno con Gianfranco Fini. L’ex premier e líder Massimo della sinistra italiana dice che tempo fa Volodymyr Zelensky in persona gli affidò missioni di mediazione, essendo preoccupato che “gli americani prima o poi si sfileranno e gli europei non sono affidabili”. Zelensky lo spedì, informalmente, in Brasile da Lula (che lo mise alla porta: “Si occupi di Palestina”) e a Pechino: “Parlai con il responsabile della politica estera del Partito comunista, non con l’ultimo sottosegretario”. Grandi risultati del super diplomatico non se ne sono visti.

Del resto, da quando ha chiuso con la politica attiva D’Alema non è nuovo a tentativi, sempre disastrosi, di accreditarsi come mediatore di rango e brasseur d’affaires. Nel 2023 venne fuori la grottesca vicenda della sua mediazione con presunti emissari della Colombia per trattare un acquisto di aerei militari da Leonardo: finì malissimo e persino con un’inchiesta. Ai tempi del Covid, mise in campo i suoi contatti cinesi con la Protezione civile per l’acquisto di respiratori ospedalieri per quasi tre milioni di euro: si scoprì che non erano a norma. Ora la rivendicazione di un ruolo internazionale per la risoluzione nientemeno che della guerra in Ucraina. Come sempre, senza riscontro e senza risultati. Ma l’alta opinione di se stesso dell’uomo che ha modestamente titolato un suo libro “Grande è la confusione sotto il cielo. Riflessioni sulla crisi dell’ordine mondiale” è nota. Certo è che non sono più i bei tempi, quando telefonava dalla barca alla segretaria di stato americana Condoleezza Rice, “bye bye Condi”. Oggi rimane solo la versione: “Affidereste una mediazione internazionale a quest’uomo?”

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