Washington detta le condizioni per rimuovere le sanzioni su pressione bipartisan. Tra le richieste americane c’è l’eliminazione delle armi di distruzione di massa, la designazione delle Guardie rivoluzionarie dell’Iran come gruppo terroristico e la rottura di ogni rapporto con Hamas e il Jihad islamico
Gli Stati Uniti hanno fatto un passo importante verso le nuove autorità siriane, proponendo alcune condizioni per alleggerire le sanzioni economiche imposte al paese dal Caesar Act. La lista con le richieste è stata consegnata al ministro degli Esteri siriano Asaad al Shibani da Natasha Franceschi, responsabile del dossier siriano al dipartimento di stato americano. Secondo Reuters, che ha lanciato lo scoop, l’occasione è stata la Conferenza per il futuro della Siria che si è tenuta a Bruxelles lo scorso 17 marzo. Tra le richieste dell’Amministrazione Trump c’è l’eliminazione delle armi di distruzione di massa, la designazione delle Guardie rivoluzionarie dell’Iran come gruppo terroristico e la rottura di ogni rapporto con Hamas e il Jihad islamico.
Washington ha chiesto poi al governo di Ahmad al Sharaa una dichiarazione di sostegno alla missione americana anti Isis nel paese – che oggi conta circa 2 mila uomini – e di assumere la responsabilità della gestione del campo di detenzione di al Hol, nel nord-est della Siria, un centro con 15 mila persone fra combattenti e famigliari dell’Isis. Oggi il campo è controllato dai combattenti a guida curda delle Forze democratiche siriane, che di recente hanno siglato un accordo con Damasco per unirsi in un esercito nazionale. Infine, i siriani dovrebbero intensificare le ricerche di Austin Tice, il giornalista americano incarcerato da dieci anni dal regime e di cui si sono perse le tracce. Fra le richieste americane c’è quella di impedire ai foreign fighter l’assunzione di incarichi di comando, una condizione non semplice per Sharaa, visto che molti combattenti del Caucaso sono stati al cuore dell’avanzata che ha rovesciato il regime e oggi assicurano il controllo di larghe zone della Siria. Ma al di là delle difficoltà, questo segnale scaturisce dalla pressione bipartisan che la settimana scorsa è culminata con una lettera firmata da senatori democratici e repubblicani per chiedere a Trump di rimuovere le sanzioni alla Siria. Da un punto di vista umanitario è una decisione necessaria, ma restano i dubbi sulla fiducia da riporre nella nuova leadership siriana.