La correzione elimina l’anomalia nata dalla transizione alle tre aliquote ed evita il rischio di pagamenti extra per i contribuenti. Ma per un fisco giusto urge la vera riforma
Succede, ma non è certamente un fatto inedito, che si debbano rimettere a posto le storture create dagli interventi su aliquote e detrazioni. Questa volta bisogna correre per evitare che l’effetto di una norma transitoria introdotta nel 2024, con il passaggio (ancora non a regime) alle tre aliquote, faccia pagare di più l’acconto a una ampia fascia di contribuenti. Pagamenti non dovuti che avrebbero potuto raggiungere i 260 euro per i contribuenti più esposti e che poi sarebbero stati recuperati un anno dopo andando a credito. Un prestito forzoso che non aveva ovviamente nessun senso e che avrebbe messo in imbarazzo governo e maggioranza, chiamati agli ultimi decreti di applicazione della delega fiscale.
L’inghippo nasce con l’obbligo di continuare a usare le quattro aliquote precedenti e le regole per le detrazioni nel calcolo dell’acconto 2025 stabilito quando il passaggio a tre aliquote era derivato solo da una norma provvisoria. Il fisco, potremmo dire, si era tutelato contro la mancata realizzazione di un impegno politico-elettorale. E questa norma difensiva (dell’erario) era rimasta pericolosamente in vigore anche ora che effettivamente le tre aliquote sono pienamente stabilite per legge.
Ora arriva il rimedio, il cui effetto in termini di minori entrate non è nient’altro che il corrispettivo dell’applicazione piena delle nuove regole e del nuovo regime di aliquote e detrazioni. La vicenda non ha grandi riflessi sui conti pubblici e comunque va a vantaggio di chi paga le tasse e segna, in modo positivo, il completamento della (piccola) riforma del calcolo Irpef. Ma ci mostra come il cantiere fiscale sempre aperto e il mancato obiettivo della semplificazione comportino interventi normativi frequentissimi, fatica per i contribuenti scarsa possibilità di confronto razionale tra posizioni politiche diverse. La realizzazione di una riforma più ambiziosa ha bisogno di ripulire il campo da questi rischi e di passare a un regime in cui non servano le misure di autotutela del fisco di fronte al rischio di mancata realizzazione di un impegno politico.