Il ritiro dalle scene in un concerto il 1° aprile a Milano con tanti ospiti. “Piuttosto che continuare a sfornare dischi senza creatività preferisco fermarmi. Non ho mai voluto diventare un personaggio tv ma solo essere me stesso, anche nelle mie mancanze”
La scrittrice sudcoreana Premio Nobel Han Kang nel suo romanzo “Non dico addio” esplora un momento storico macabro della storia del suo paese, raccontando i massacri compiuti a Jeju alla fine degli anni Quaranta. Ma il testo non si ferma a questo. Oltre che un’indagine mistica del dolore è anche la narrazione di un amore e la visione di una luce perenne sugli abissi dell’animo umano. E il pensiero razionale che non si è mai davvero pronti per un addio. Per Cristian Bugatti quel momento arriverà il 1° aprile quando salirà sul palco dell’Alcatraz di Milano per il suo show finale in cui ripercorrerà il suo quarto di secolo di storia artistica come Bugo.
È ora di calare il sipario sulla carriera di quello che alcuni, ascoltando le atmosfere lo-fi del debutto “La prima gratta” del 2000, è stato il “Beck italiano”. Poi tanto rock, pop e un pizzico di musica elettronica fino all’ultimo lavoro del 2024 “Per fortuna che ci sono io”. Palchi grandi e pesanti come quelli di Sanremo e del Primo Maggio a Roma, vetrine divertenti e coraggiose come il “Bugo podcast” e Pechino Express. Riuscire sempre a mantenere la propria identità e a uscirne a testa alta non è mai stato facile per il cantautore ma ora è arrivato davvero il momento di voltare pagina.
Come mai ha deciso di chiudere la sua carriera?
Sono scelte che non vengono dall’oggi al domani. Dopo dieci album tutti diversi tra loro, stavo arrivando alla monotonia. Piuttosto che ripetermi ho preferito essere onesto con me stesso e col mio pubblico. Uno dei motivi è che voglio evitare un arretramento creativo, mi sembrerebbe di prendere in giro il pubblico.
Come si è sentito dopo l’annuncio?
Da quando ho deciso, ho una sensazione di sollievo e di entusiasmo su questa incertezza del futuro. Ho la libertà di dire le mie cose.
Quando ha realmente pensato al ritiro?
Ho iniziato a pensarci anni fa poi ho cercato di focalizzarlo meglio e quando mi sono reso conto che sarei andato verso quella direzione ho cercato di organizzare il mio concerto finale.
Come sarà il suo ultimo show?
Non voglio rischiare di essere troppo lungo, saranno un paio d’ore in cui la gente dovrà andare via con un buon sapore in bocca.
Con lei ci saranno anche J-Ax, Fernando Nuti, Aimone Romizi, Bruno Dorella, Cristian Dondi.
Ho scelto delle persone che rappresentano diversi anni della mia carriera, hanno risposto in modo così empatico che mi rende contento. Molti altri verranno a vedermi per amicizia.
Dal 2 aprile in poi starà sul divano?
Non posso permettermi di stare sul divano e non mi va. Io scherzo sempre dicendo che il mio lavoro è perdere tempo.
Quindi cosa farà?
Non so dire cosa farò. Ho alcune idee ma ci voglio pensare più avanti, ho cinquant’anni e non ho fretta di decidere oggi cosa farò da grande.
La sua carriera discografica si chiude con “Per fortuna che ci sono io”, uscito nel 2024.
Sono fierissimo di quel disco. Mentre lo realizzavo, tra il 2021 e il 2022, mi sono reso conto di aver avuto la forza di proporre un lavoro positivo e costruttivo, nulla di oscuro e nebuloso. Volevo salutare i fan con un bello spirito e non volevo andar via col muso.
Cosa si porta dietro dopo questi 25 anni di carriera come Bugo?
Sono fiero di tutto quello che ho fatto. Una carriera piena di entusiasmo e passione non può essere sporcata da un futuro che mi lascia con un punto di domanda. Piuttosto che continuare a sfornare dischi preferisco fermarmi, rifiuto un arretramento creativo.
Ha partecipato anche a Sanremo e poi a Pechino Express. Cosa ha imparato dalla tv?
Ho vissuto la tv ma non mi ritengo un personaggio televisivo, non fa parte di me. Su Pechino Express sono contento di come siamo venuti fuori io e Cristian Dondi nel nostro essere fuori luogo, quello è stato molto apprezzato dal pubblico.
Il segreto è quindi essere sempre se stessi?
Ho sempre affrontato tutto essendo me stesso, con anche le mie mancanze. Non ho mai voluto diventare un personaggio tv, ma solo essere onesto nelle mie canzoni. Spontaneo e senza fare il menoso.