Quando entriamo nel Laboratorio Volumina, in zona Navigli a Milano, Sonia Introzzi e i suoi due giovani collaboratori sono alle prese con un paziente complicato: dei registri della leva militare risalenti alla Prima guerra mondiale. Documenti con cui il tempo non è stato clemente e che toccherà pulire carta per carta. Le mani esperte di Introzzi svolgono pazientemente le singole pagine dai fascicoli e cominciano a lavorarci su per liberarle dalla polvere, utilizzando una gomma speciale e una spazzola.
Fondato nel 1993, il Laboratorio Volumina è l’evoluzione del Laboratorio restauro libri dove Introzzi lavorava già dal 1984, e oggi è un marchio della società CalliopeArte. Il laboratorio ha una clientela variegata. “La maggior parte della nostra attività si svolge con enti pubblici”, ci spiega: archivi di Stato, biblioteche statali, musei. E poi fondazioni. Ma anche archivi privati di grandi imprese e singoli bibliofili.
C’è da fare, insomma. Dal periodo del Covid, ci spiega Introzzi, il lavoro è aumentato parecchio. Mentre parliamo, altri due libri attendono di essere curati. Uno lo sfoglia per noi. È uno splendido testo musicale, un graduale del ‘500. Qui è soprattutto sulla copertina che bisognerà intervenire. I pezzi mancanti dovranno essere sostituiti con cuoio nuovo.
Ma quanto costa far restaurare un libro? Difficilissimo rispondere. “Dipende dagli interventi di cui ha bisogno”. Possono bastare cinquanta euro. Oppure il costo può aumentare anche tanto, si può arrivare a migliaia di euro, a seconda degli interventi e della tipologia del volume. Soprattutto, dipende dalle ore di lavoro necessarie.
Quando le chiediamo quali sono stati i libri più rari o preziosi su cui ha lavorato, Introzzi cita un’opera omnia di Virgilio di proprietà di una biblioteca privata di Como: un incunabolo (cioè uno dei primi prodotti dell’arte della stampa) e una delle sole due copie esistenti al mondo. E poi un libro restaurato di recente, un volume su pergamena del ‘400, “molto bello e interessante”: gli Statuti di Castelletto Ticino, una cittadina in provincia di Novara.
Restaurare libri è una professione economicamente sostenibile? Lo consiglierebbe a un giovane? “Forse è un lavoro che non è riconosciuto per l’impegno che richiede. Probabilmente è anche colpa nostra, che non siamo stati capaci di fare riconoscere la sua giusta importanza”. Prosegue Introzzi: “Per quello che mi riguarda, non posso dire che sia stato un lavoro che mi ha economicamente arricchita… Mi ha molto arricchita dal punto di vista professionale e personale, questo sì”.
Riportare a nuova vita tesori cartacei è dunque un lavoro, nonostante tutto, gratificante. E forse anche per questo le nuove leve non mancano. “Le scuole aperte da vari anni a questa parte sono frequentate da diversi giovani che sono interessati a questa attività”.
Insomma, a restaurare libri difficilmente si diventa ricchi, ma non è un mestiere in via di estinzione.