La prima donna dello sport. Che cosa può portare l’elezione di Kirsty Coventry al Cio

È stata scelta dai fedelissimi del presidente uscente Bach, ma anche da altre donne e atleti. Un possibile messaggio anche per l’Italia che presto dovrà occuparsi del successore di Giovanni Malagò: bloccato dalla politica, nonostante il favore di atleti e presidenti federali

Non si può proprio dire che non l’avessimo sentita arrivare. Kirsty Coventry, prima donna e prima africana, alla presidenza del Cio in 131 anni di storia del Comitato olimpico internazionale, non è una sorpresa sbucata dall’urna di Novarino a meno di 300 chilometri da Atene dove la nuotatrice dello Zimbabwe vinse il primo dei suoi ori olimpici nei 200 dorso. Coventry era la delfina del presidente uscente Thomas Bach, le hanno messo la maschera della rivoluzionaria per tutte le etichette che si porta dietro, ma in realtà è la scelta della continuità nel solco lasciato da Bach che resterà, come da prassi, alla presidenza onoraria. Aspettando di capire quanto la Coventry riuscirà a uscire dalla corsia in cui l’ha messa a nuotare Thomas Bach, va comunque riconosciuto che, come ha detto nel suo primo discorso ha “rotto un altro tetto di cristallo”.

Coventry che ha ottenuto 49 dei 97 voti, non è stata scelta soltanto dai fedelissimi di Bach, ma anche dalle altre donne, dagli atleti che l’hanno preferita a un rivoluzionario vero come Sebastian Coe. Il voto è segreto, ma le foto immediatamente postate sui social da Giovanni Malagò e Federica Pellegrini, fanno intuire da che parte siano stati due dei tre italiani andati al voto (il terzo, Ivo Ferriani, presidente di bob e skeleton, potrebbe aver fatto un’altra scelta). La scelta del Cio può diventare un messaggio anche per l’Italia che presto dovrà preoccuparsi di eleggere il successore di Giovanni Malagò, bloccato dalla politica, nonostante il favore di atleti e presidenti federali. Scegliere un atleta o un’atleta per governare lo sport si può. Scegliere una donna pure. In Italia il dopo Malagò potrebbe finire a Luca Pancalli che atleta lo è stato e lo sport lo conosce profondamente, ma anche a Diana Bianchedi che è atleta, mamma, donna, si sta facendo un’esperienza olimpica con Milano-Cortina e segnerebbe una certa continuità della linea Malagò. Potrebbe essere la Coventry d’Italia, considerando che Federica Pellegrini è decisamente troppo acerba per un salto dalla piscina alla scrivania. Vedremo. Franco Carraro e Gianni Petrucci osservano con mascherato disinteresse.

Certo per il nuovo presidente del Cio non ci sarà troppo tempo per brindare. Sul tavolo ci sono già almeno un paio di problemi da risolvere: la partecipazione transgender, e la partecipazione russa, cosa che si catapulta immediatamente nella politica estera e nei rapporti con Trump e Putin. I prossimi Giochi sono quelli di Miano-Cortina e quindi toccherà a noi. Ritorneranno bandiera e inno russo? Probabilmente non sarà il Cio a decidere, ma la trattativa tra Trump e Putin.

Coventry si è sempre battuta per la parità di genere e questo spiega l’esultanza di una certa parte politica per la sua elezione. Di sicuro può essere una donna a mettere al riparo le donne. Come osserva Inside the Games, sulla partecipazione Transgender, Coventry è una conservatrice. Ritiene che la tran sizione di genere non cancelli il vantaggio fisico e che riduca le pari opportunità per le donne biologiche, ma dice anche di volersi affidare al parere degli scienziati. Ha otto anni per lasciare un segno che vada oltre l’etichetta di prima donna. Non si fermi come faceva in piscina quando affrontava il mondo nuotando all’indietro.

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